Anita Simonato.
Dopo aver lavorato per 55 anni nel proprio negozio di abbigliamento e mercerie ora è in pensione. Nonna di 6 nipoti, da sempre collabora ad attività di carattere sociale. Partecipa al concorso dal 2004 e ha ricevuto, oltre alle farfalle d’argento, tre Menzioni speciali della Giuria per la prosa. Vive a Cesarolo (Ve).
Tic…tac…tic…tac…
Mi hanno fatto così:
sessanta secondi per un minuto,
sessanta minuti per un’ora.
Parto la notte; cammino per dodici ore fino a mezzodì,
proseguo da tredici, conto fino a ventiquattro
ed è finito il dì.
Non posso andar veloce perché vengo fermato,
nemmeno piano, il passo deve essere accelerato.
La mia corsa deve essere sempre uguale per essere puntuale.
Quando uno sta ad aspettare dice:
“Quanto son lunghe queste ore a passare!”.
Al contrario sono così veloci e passano in fretta,
quando si è in buona compagnia:
“Ma è già passata un’oretta?”.
Mi hanno messo sopra il campanile per sentirmi
E vedermi da lontano,
nel taschino a portata di mano,
sul polso per bellezza e per fare compagnia,
come soprammobile nella camera di mia zia.
Mi hanno appeso al muro in cucina per ricordare
Che è ora di far da mangiare.
Sempre più bello mi fanno,
così vengo scelto anche come regalo di compleanno.
Tic…tac…tic…tac…
Io sono sempre lì, non è colpa mia se un dì,
mentre ti guardi allo specchio qualcosa è cambiato:
“Per la miseria come sono invecchiato!”.
Ancora di più quando sei occupato,
non ti fermi mai a riposare, è uno sbaglio!
Il tempo ti accorgi è proprio volato.
Quello perso non si può più usare;
l’esperienza ce l’hai, sfruttami bene e di tante cose godrai.
Tic…tac…tic…tac…
Voi mi potete vedere e sentire e io farvi compagnia,
fino a quando chiuderete gli occhi per sempre
e vi suoneranno l’Ave Maria.
Don…don…don…
Tic…tac…tic…tac…
Io vi lascio e con il mio passo continuo con altri per la mia via.