Anita Simonato.
Dopo aver lavorato per 55 anni nel proprio negozio di abbigliamento e mercerie ora è in pensione. Nonna di 6 nipoti, da sempre collabora ad attività di carattere sociale. Partecipa al concorso dal 2004 e ha ricevuto, oltre alle farfalle d’argento, tre Menzioni speciali della Giuria per la prosa. Vive a Cesarolo (Ve).
Per gli alunni di scuola, che momento atteso! Corrono fuori come farfalle colorate, non prendono il volo, ma corrono, giocano, come tanti uccellini che pigolano, cinguettano, come oche, anatre starnazzano: che musica, che varietà, che spettacolo!
Quanto tempo dura? Non importa quanto: si rientra caricati, con qualche bottoncino perso e dei fili d’erba fra le suole impolverate.
L’ora di scuola è finita, la campanella suona, tutti in fila ordinati; salutano l’insegnante, gli operatori, gli amici: un grande abbraccio, un bacetto, quando varcato il cancello, salutano i loro cari che li aspettano fuori.
È già finito l’anno, per noi grandi è volato, buone vacanze a tutti; di certo ognuno le passerà in modo diverso, poi ci si racconterà.
Si ritorna un po’ più grandi, qualcuno di nuovo, altri in un altro posto. Ciao, siamo qui! Buon anno scolastico!
Si parte, manipolando fogli, gessetti, libri; quante cose da ripassare, imparare, conoscere, disegnare. E domani? Saranno solo ricordi? Non ricordi, ma ricchezza, che non si dimentica e non si deve mai dimenticare.
Ricordati mi dico: la ricreazione non ha età.
Tonifica. È lifting, è integratore; serve a respirare, dare aria ai polmoni, spolverare, a staccare dalla routine, a scoprire quante cose belle e brutte ti circondano; a continuare a mettere un passo dopo l’altro, pur se rallentando o controvento. E se ci si dovesse fermare, proseguire, continuare a correre con lo sguardo, con il pensiero, sui prati e in tutti i posti che hai calpestato e dove ti sei divertito, e ancora viaggiare su quel treno dove hai confessato e ripetuto con gli occhi che sprizzavano gioia: un giorno indimenticabile.
Mi chiedi: oggi vai fuori? Domani. Se non piove. Vado lungo il viale che costeggia il rio, lì trovo una panchina dove mi posso sedere e, perché no, anche in dolce compagnia. Amo pure il silenzio. Ascoltare il sibilo del vento, farmi accarezzare, avvolgere, vedere la danza dei rami che si divertono a solleticare, a pizzicare le nuvole, per giocare libere anche con il cielo.
Vedere i colori dell’autunno, un incanto, specialmente quando il sole fa capolino e forma un piccolo arcobaleno, e nel calare della sera accende senza bruciare un fuoco.
Così, quando le foglie cadono, volano, si appoggiano sui prati, sui colli, per i viali, sui sentieri, una mostra di pittura all’aperto, un puzzle in stile naif.
Tutto questo prima che arrivi con il suo fascino arrogante l’inverno che tutto si porta via e lascia quel che lascia.
Lui parte con una promessa: ritornerò. A volte si fa attendere, desiderare, ma è di parola, lo fa portando con sé un’altra spettacolare immagine del panorama, specialmente quando arriva con il manto bianco; che festa per gli amanti della neve! In tanti gli vanno incontro con scarponi, bastoni e sci ai piedi. Che scivolate, quante capriole e palle di neve che volano, ti sfiorano, ti prendono… che botta, che botte e divertimento!
Quando con lui voglio uscire, mi imbacucco con berretto, sciarpa, cappotto, guanti e via! Cerco di non lasciare fuori il naso: diventa così rosso che qualcuno può pensare ad uno scherzo di carnevale: ma perché no? Sarebbe divertente in fondo.
Qualche integratore sì? Perché no? Un po’ di lifting? Fa la sua buona parte.
Sempre benedetta la ricreazione.