Giovanni Signorino. Appassionato della scrittura ha partecipato a diversi concorsi nazionali ottenendo lusinghieri riconoscimenti: primo premio concorso pro loco di Rivoli (To) nel 2016 e secondo premio concorso Fondazione Donegani nel 2018 e 2022 per la poesia. Partecipa al Concorso 50&Più dal 2015 e nel 2022 ha vinto la Farfalla d’oro per la prosa. Vive a Novara.
La guardava di lontano già da qualche minuto, dopo aver esplorato la sala alla ricerca di uno sguardo positivo. Bruna, capelli corti a caschetto, labbra rosse su un incarnato roseo, un filo di mascara sugli occhi, niente di più. Gonna nera sotto un corpetto rosso scollato quanto basta, bella ma con garbo, senza vistosità. Finalmente i loro occhi si sono ritrovati per un tempo di valutazione più interessata: anche lei era alla ricerca. Lui decide di invitarla a ballare, sconosciuta per un brano molto conosciuto, “Por una cabesa”, per una testa di cavallo…per una incollatura, come si dice in gergo ippico. Un cenno, un sì e si alzano contemporaneamente raggiungendosi al centro della sala. Il brano è perfetto, non veloce né lento, appassionato e intrigante.
Si dice che l’uomo conduce, la donna seduce: questa è la legge del ballo, in particolare del tango argentino. Le milongas argentine sono sale contenute, ballano tutti, e di conseguenza si occupa meno spazio possibile, dando alla postura l’immagine di un abbraccio: “l’abraza”. Ma non è solo l’abbraccio che conta, è anche la tendenza verso l’alto della dama e del cavaliere, portando il peso dei corpi sulla parte anteriore del piede. La chiamano “apilada”, tendenza verso l’alto, come una piramide.
Così fanno, piedi uniti e petto contro petto, guardandosi negli occhi per poi distoglierli guardando altrove, lei di lato e lui in avanti, entrambi con espressione altera. Lui la sente pronta al suo passo d’avvio, in tempo con la musica. La sente come se non fosse la prima volta, come se il passato non fosse mai esistito. Parte con un passo indietro del piede destro, e lei lo segue col sinistro … poi continua col sinistro a lato, e lei lo segue specchiando il suo passo. Il piede destro ora passa davanti al sinistro e prosegue avanti, posato sulla pianta seguito dal sinistro concludendo con il destro a chiudere … Lei lo segue, e quando lui chiude i piedi di lei sono incrociati: bene, che sincronia! Parte di nuovo col sinistro seguito di lato con il destro per poi chiudere ancora col sinistro. Insieme. Non gli è capitato mai di trovare una sincronia così perfetta, una grazia e una forza contemporaneamente: è bello scoprirsi così come essere una cosa sola, condurre chi sa già dove deve andare…. naturalmente.
Resta fermo a piedi uniti, e lei capisce e prende l’iniziativa dell’ “ocho adelante”: ruotando il busto senza ruotare le mani si sposta col piede sinistro a destra, chiude e sposta col piede destro a sinistra con passi non più larghi delle sue spalle mantenendo il petto sempre di fronte al suo per più volte, per poi fermarsi nella posizione di incrocio, aspettando il passo in avanti col sinistro, il destro a lato per chiudere col sinistro. La sensualità di questa figura lo prende, lo smarrisce, con questi passi la donna seduce veramente…
Non pensa più, agisce e continuano a ballare, scoprendo le altre figure portate avanti d’istinto, confermando la prima impressione: come se non fosse la prima volta, come se avessero ballato da sempre.
Le piace. Non so come, ma fra le sue braccia si sente sicura, non ha paura di sbagliare, sta bene. Lui non parla, non le chiede nulla, e lei si diverte a provocarlo cercando il suo imbarazzo, non riuscendo però a trovare nient’altro che una perfetta sincronia di movimenti. Le piace troppo, vorrebbe sapere qualcosa di lui, ma le sembra poco serio esprimere curiosità sulla sua vita, di solito sono gli uomini ad attaccare, a fare il “filo”… Conviene aspettare che faccia lui la prima mossa, rimane una sfida contro sé stessa, perché non vuole più sbagliare un’altra volta! Lo segue, lui si ferma con il passo avanti e lei lo circuisce concludendo con la gamba destra intorno alla sua mentre lui si piega indietro. La percezione di questo passo più “intimo” da parte di lui la rende fiera ma allo stesso tempo imbarazzata….
Ramon era rimasto solo per troppo tempo. Lei, la sua compagna, se ne era andata dopo che aveva trovato in un altro la tenerezza che cercava invano da lui: aveva scoperto che non l’amava più, ed era vero. Non poteva restare a Montevideo, doveva andare via, lontano, per dimenticare e ricominciare una nuova vita. Gli capitò l’occasione di andare a lavorare nei pozzi petroliferi delle isole Malvine, o, come dicono quegli sporchi scozzesi, le Falkland. Tutti i colleghi lo guardavano con diffidenza, unico argentino. L’inglese che sapeva lo aveva aiutato, anche se, spesso gli altri parlavano uno slang scozzese incomprensibile. Al di fuori del lavoro non c’era nulla, non c’erano milonghe dove trovare compagnia e magari compagna per una notte: c’erano soltanto birrerie dove gli operai si sbronzavano ogni sera. Però la fortuna, anzi, il caso gli aveva fatto conoscere Betty, la cameriera che serviva le birre alla spina: non era un gran ché, capelli rossi con le trecce e le guance ancora piene di efelidi. Alla lontana, sembrava Pippi Calzelunghe, ma era l’unica con la quale era riuscito ad avere un colloquio. Era tenera, lui aveva bisogno di tenerezza, che poi si era trasformata in una passione travolgente per entrambi. A qualcuno però questa relazione non era gradita: un argentino e una scozzese, che scandalo! Non si sa come, ma la compagnia aveva trovato il modo di licenziarlo. Era innamorato di Betty, e le propose di partire con lui, ma il padre della ragazza si era opposto, minacciandolo di ritorsioni. Un ultimo bacio, e lui partì. La compagnia cilena LATAM Airlines faceva scalo anche a Buenos Aires e lui ne approfittò: c’erano solo due voli a settimana, ma trovò posto solo dopo quindici giorni, che passò in una disperata solitudine spendendo buona parte delle sue ultime sterline per mangiare ed avere un letto in una locanda. Ora era qui, in questa milonga dove finalmente aveva trovato da ballare come piaceva a lui… Alla fine del brano lei tornò al suo tavolo, e lui la seguì.
“Posso?” – chiese spostando la sedia vuota.
“Certo! Mi fa piacere… non ho mai trovato un ballerino bravo come te. Chi ti ha insegnato?”.
“Non ci crederai, è stata mia madre! Sai, faceva per mestiere l’insegnante di tango…
Lei avrebbe voluto sapere di più di lui, ma Ramon non si sbottonò più di tanto: aveva”. ancora davanti l’immagine piangente di Betty… si sentiva tremendamente legato a lei anche a migliaia di chilometri di distanza. Ma anche lei aveva legami… La sede di Rosario della banca dove lavorava allo sportello era ormai lontana, era stata trasferita a Buenos Aires da un giorno all’altro mentre il suo capo veniva spostato negli uffici del piano superiore. Tutti mormoravano per quella relazione con un uomo sposato, ma la situazione precipitò quando lo venne a sapere la moglie, che non esitò ad affrontarla davanti ai colleghi urlando e prendendola a schiaffi. Ora voleva dimenticare, ma era impossibile anche cercando di vivere senza il rammarico dei tempi felici interrotti così di colpo. Anche lei non si sbottonò più di tanto, meditando sulla possibilità di sbagliare ancora, caricandosi una sofferenza che poteva coinvolgere anche lui. Le donne sanno leggere fra le righe, e Ines capì che come lei, anche lui aveva un bagaglio impossibile da dimenticare, un legame che non permetteva altri errori.
Loro in questa vita potevano solo ballare, ballare un TANGO LEGATO.