In Italia e in Europa si moltiplicano i provvedimenti di legge che mirano a ridurre l’impatto del fumo sulla salute.
La tendenza sembra essere quella: una progressiva messa al bando delle sigarette in Italia e nel resto d’Europa. A Torino, ad esempio, arriva il divieto di accendere una sigaretta anche all’aperto, a meno di cinque metri di distanza da altre persone, salvo consenso esplicito. La Delibera approvata dal Consiglio Comunale stabilisce una modifica al regolamento cittadino e mette le sigarette al bando. Secondo l’amministrazione contribuirà alla riduzione dell’impatto nocivo del fumo, che resta la principale causa di patologie mediche e oncologiche, oltre che prevenire l’abbandono dei mozziconi lungo le strade e sui marciapiedi.
Anche Milano si candida a diventare una città “smoke free”, e dal 1° gennaio del 2025 il divieto di fumo che già esiste nelle aree di verde pubblico e nei parchi giochi per i bambini, sarà esteso a tutte le aree pubbliche all’aperto, come le fermate dei tram, dei bus e dei taxi, ma anche i centri sportivi, le aree dedicate ai cani e i cimiteri.
Lungo le strade o sui marciapiedi si potrà fumare solo dove sia possibile rispettare la distanza di almeno dieci metri da altre persone. Chi non rispetterà le nuove regole potrà incorrere in una sanzione compresa fra i 40 e i 240 euro. Il divieto non include le sigarette elettroniche.
Le spiagge senza fumo
In molte località balneari sono già in vigore i divieti di fumo. Il primo Comune italiano a introdurre il divieto di fumare in spiaggia è stato Bibione, in Veneto, che è intervenuto già nel 2014. Diverse amministrazioni comunali negli anni hanno seguito il suo esempio, come Stintino, Castiadas, Sassari e Olbia in Sardegna, Lampedusa e Linosa in Sicilia, San Benedetto del Tronto nelle Marche, Rimini, Ravenna e Cesenatico in Emilia-Romagna, Savona e Lerici in Liguria, Porto Cesareo in Puglia, Ladispoli, Anzio, Ponza e Latina nel Lazio.
Cosa succede nel Regno Unito
Il premier britannico, Rishi Sunak, ha proposto di introdurre una stretta sul fumo rivolta soprattutto ai giovani, che introdurrebbe il divieto di vendita dei prodotti a base di tabacco ai nati dopo il 1° gennaio 2009, comprese le sigarette elettroniche che stanno diventando un prodotto di consumo soprattutto fra gli adolescenti. La proposta ha l’obiettivo di portare le nuove generazioni lontano dall’abitudine del fumo, alzando di anno in anno il limite di età per l’acquisto delle sigarette.
Fortemente criticata dall’opposizione, ha però incontrato il favore dei vertici della sanità inglese, che si sono espressi contro la dipendenza dalla sigaretta, che certo non consentirebbe di esercitare in piena libertà la facoltà di scelta individuale come sostengono i Tory.
Il dietro front della Nuova Zelanda
La Nuova Zelanda aveva annunciato di voler diventare Paese “smoke free” entro il 2025, ma con il cambio di Governo la norma che proibiva le sigarette a tutti i nati dopo il 2009 sta per essere cancellata. Pare che il dietro front sia dovuto all’esigenza di utilizzare i proventi derivati dalle tasse sui prodotti da fumo per finanziare un taglio delle tasse, eppure secondo il gruppo Health Coalition Aotearoa la legge avrebbe permesso di risparmiare 1,3 miliardi di dollari a carico del sistema sanitario, riducendo il rischio di mortalità del 22% per le donne e del 9% per gli uomini, soprattutto nella comunità Maori dove le percentuali di fumatori sono più elevate.
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