Monopoli, Risiko, Cluedo, ma anche gli scacchi o la dama. Sono giochi da tavolo che fanno bene all’umore, alla socialità e al cervello. Parola di Game In Lab, il programma di ricerca finanziato da Asmodee.
Sul finire dell’estate del 2019, Twitter è diventato il palcoscenico di una storia che ha unito diverse generazioni. Tutto ha preso piede dal racconto di un ragazzo francese, Antoine, che servendosi delle poche battute disponibili per ogni post ha ricordato la nonna nel giorno più triste. «Mia nonna se n’è andata. I suoi funerali sono stati oggi, ma vorrei parlarvi di una cosa molto importante: il suo amore per Dungeons & Dragons (D&D)». Inizia così il primo dei venticinque post sulla nonna appassionata di questo gioco di ruolo nato nel 1974 dalla mente di Gary Gygax e Dave Arneson. Una storia che ha commosso più di 100mila persone e che ha fatto sognare appassionati e non, incuriosendo anche nuovi giocatori. In questo “passatempo”, infatti, esistono moltissime creature, come elfi, orchi e nani, e ognuna di loro viene interpretata attivamente dai giocatori. Ogni partecipante ha, così, il proprio personaggio con il quale affrontare un’avventura a più puntate, calandosi in un’ambientazione immaginaria. Un divertimento che Antoine ha pensato di condividere con sua nonna e che coinvolge, nel mondo, oltre 20 milioni di giocatori di tutte le età.
D’altronde, D&D è l’esempio più famoso in quello che è un mondo di giochi da tavolo meno consueti. Negli ultimi sedici mesi, poi, complice il Covid, questo e altri giochi in scatola sono tornati a popolare le case di chi ha dovuto far fronte alle restrizioni e al distanziamento sociale. Molti hanno optato per i classici Monopoli, Cluedo e Risiko, sino ad arrivare ai più inediti Seven Wonders, Dixit o Dobble. Definendo così il successo di un settore che nel 2020 ha quasi raddoppiato le vendite grazie alla capacità di superare le distanze tra generazioni e la possibilità di divertirsi lontano da uno schermo. Ma i benefici di questo passatempo vanno ben oltre. Secondo uno studio condotto da Asmodee, casa editrice che pubblica e distribuisce giochi da tavolo e di ruolo, Game in Lab e CoBTeK (Cognition Behavior Technology), il laboratorio dell’Università della Costa Azzurra, i giochi da tavolo potrebbero rappresentare un ottimo strumento per contrastare il decadimento cognitivo. Davanti a un progresso scientifico che ancora, purtroppo, fatica a trovare terapie efficaci nella cura di demenza e Alzheimer, l’unica via percorribile al momento sembra quella dei trattamenti non farmacologici. Una serie di tecniche e strategie che rallentano il decorso di queste malattie e permettono a chi ci convive di mantenere il più a lungo possibile l’autonomia. Perché non provare, allora, con giochi facili e divertenti? Se lo sono chiesto i ricercatori che hanno testato la loro intuizione su 76 persone, di età media pari a 84 anni, a cui era stato diagnosticato un disturbo neurodegenerativo di lieve o medio livello. Gli strumenti a loro disposizione erano i due giochi di carte Dobble e Timeline, debitamente adattati per livello di difficoltà. Il primo prevede il riconoscimento di figure simili tra loro, mentre il secondo chiede ai giocatori di inserire in ordine corretto una serie di eventi storici sulla linea del tempo. Abilità che, in molti casi, sono le prime a scomparire quando si ha a che fare con Alzheimer e demenza. I risultati del progetto hanno portato a una scoperta innovativa: i giochi da tavolo possono essere uno strumento prezioso per migliorare la qualità della vita di un paziente, lavorando sulla stimolazione cognitiva e comportamentale, ma anche sull’umore e la socialità. Dopo il successo dello studio, Game in Lab ha pensato di estendere la propria area di ricerca anche ad altri ambiti. A Bruxelles e in Lussemburgo, ad esempio, Asmodee ha finanziato uno studio sull’efficacia dei giochi da tavolo nella formazione e nell’apprendimento, mentre nel Regno Unito è all’attivo una ricerca per l’invenzione di giochi da tavolo che mettano in scena le problematiche legate al cambiamento climatico e le relative soluzioni. Inoltre, in Australia, viene studiata la trasposizione dei giochi da tavolo in digitale per cercare di capire come questo strumento possa accelerare l’alfabetizzazione digitale della popolazione. Insomma, un vero e proprio mondo che può far divertire grandi e piccoli, migliorando al tempo stesso le loro conoscenze e abilità.
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