La Commissione europea indaga su Shein per assicurarsi che rispetti le regole a tutela dei consumatori. Ipotesi passaporto digitale per i prodotti fuorilegge e riforma dei dazi di ingresso.
È importante che aziende come Shein vendano prodotti sicuri e legali. E così lo scorso 5 febbraio la Commissione europea ha chiesto alla nota piattaforma di vendita online di fornire chiarimenti in merito a sicurezza e trasparenza per i consumatori. Ha inoltre chiesto al gigante cinese dell’e-commerce maggiori informazioni sull’accesso e sulle protezioni dei dati degli utenti. La risposta di Shein, per non incorrere in sanzioni, è attesa per il 27 febbraio.
Prodotti cinesi a basso costo: una minaccia per le aziende europee e i consumatori
Secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, le preoccupazioni della Commissione sono state innescate da circa 4,6 miliardi di articoli di basso valore inferiori a 22 euro importati nell’UE lo scorso anno. Una somma pari a 12 milioni di pacchi al giorno, il 91% dei quali dalla Cina. Il doppio del 2023 e il triplo del 2022. Una concorrenza sleale che penalizza le aziende europee rispettose dei rigidi standard di sicurezza.
Addio alle esenzioni doganali
Parallelamente la Commissione europea sollecita anche una riforma doganale per rimuovere le esenzioni dai dazi per pacchi di valore inferiore a 150 euro. Proprio il target di riferimento dei due colossi cinesi Temu e Shein. L’autorità europea inoltre chiede indagini di frontiera approfondite e l’uso di nuovi strumenti come il Passaporto digitale del prodotto per rilevare i prodotti “fuori norma”. Prevedendo il ricorso all’IA per individuare gli articoli fuori legge.
Perché la Commissione Europa su Shein e gli acquisti online
Il Commissario per la protezione dei consumatori Michael McGrath spiega che il problema è la crescita del commercio online: “Tre europei su quattro fanno acquisti online regolarmente. Tuttavia, l’ondata di merci importate può rappresentare una minaccia per i diritti dei consumatori europei e la loro sicurezza”. Infatti, per le autorità doganali dell’Unione quasi il 96% dei prodotti non è conforme agli standard sulla sicurezza.
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