Lavorare a maglia, per di più in compagnia, è un toccasana per corpo e spirito. Ora lo si può fare insieme al bar e porta benefici a tutti.
«Ci vediamo alle cinque alla sala da the. Ma bando alle ciance, ci si vede per sferruzzare». Riunirsi in un luogo pubblico per lavorare a maglia tutte insieme, bevendo qualcosa e facendo quattro chiacchiere, ma intanto dando vita a pullover e guanti, scialli e coperte. La mania della maglia, alla fine, ha trovato il suo palcoscenico in pubblico. Parola del campione olimpico Tom Daley.
Un hobby d’oro
Oro olimpico nel tuffo sincronizzato a Tokyo, l’atleta britannico Tom Daley sarà probabilmente ricordato non solo per il suo record, quanto anche per una sua grande passione: il lavoro a maglia. Il tuffatore, 27 anni, era stato fotografato mentre si dedicava al suo hobby dagli spalti di Tokyo 2020. Ora, il profilo Instagram che ha aperto per mostrare i suoi lavori a maglia conta più di 400mila fans. Venduto per beneficienza, il suo maglione arcobaleno ha raggiunto il valore di quasi 6mila sterline in 14 giorni.
Ma non è lui il solo “sferruzzatore vip”. Ben prima di lui, almeno una manciata di anni or sono, era già stata immortalata dai flash dei fotografi la medesima passione per la maglia – come per uncinetto e tricot – di Julia Roberts e Uma Thurman, Sarah Jessica Parker e Russell Crowe.
Una tendenza sul filo di lana
Vuoi il tempo libero, vuoi il brutto tempo, lavorare ai ferri può essere davvero un passatempo piacevole. Un’opportunità per giunta, così da poter arricchire il proprio guardaroba di capi fatti a mano, nelle proprie taglie e secondo il proprio gusto, stile e colori. Un hobby rilassante e utile cui dedicarsi in casa, questo inverno e non solo.
Fino a una decina di anni fa, chi lavorava a maglia lo faceva per proprio conto in casa, da sola, davanti al camino oppure di fronte alla televisione. Ma ora non è più così. E altri tabù si sono infranti. A lavorare a maglia non sono solo le donne e non sono solo le persone di una certa età. Lo fanno tutti, e lo fanno dappertutto. Dai parchi ai bar, passando per ristoranti e biblioteche.
È tempo di Knit Cafè
Ed ecco alcuni esempi, senza essere affatto esaustivi, ma per rendere l’idea. In inglese, to knit significa “lavorare ai ferri”. Alla Mediateca Montanari di Fano, nelle Marche, c’è un gruppo di appassionati, uno Knitting Club strutturato, che si chiama “Il filo delle parole” e che dopo le restrizioni dell’emergenza pandemica è tornato a riunirsi per World Wide Knit in Public Day che si festeggia il 12 giugno. Appuntamenti simili sono stati presi al Parco ex Dogana Austroungarica di Lonate Pozzolo, in provincia di Varese, come pure al Parco Vistarino di Sassuolo e a Roma a Villa Pamphili.
Da tempo esistono poi quelli che vengono chiamati “Kint Cafè”, ossia dei locali, solitamente bar e bistrot, che si dedicano a questa forma di socializzazione e offrono i propri spazi con cadenza regolare per questi incontri. Nel 2013, aveva aperto a Parma “Mister Lino”, nel 2015 a Reggio Emilia. Sempre nel 2013 a Piacenza, il “Lo Fai Hand Made Bar”. E poi ci si vede – o vedeva, perché il Covid ha mietuto molte occasioni di incontro – al Design Cafè di Milano, al Melbookstore di Firenze, alla Fabrica Fluxus di Bari… Mentre a Jesi nel 2017 le agguerrite del gomitolo si incontravano in un storico locale cittadino, la Pasticceria Bardi.
Una “lanaterapia” rilassante
Ma tra una bibita e un caffè, il piacere di un ferro a diritto e uno a rovescio ha il pregio di donare a chi lavora a maglia non solo della buona compagnia. Secondo uno studio pubblicato su Jama Neurology gli anziani che si dedicano ad attività come questa hanno un rischio dal 22% al 30% minore di altri nello sviluppare problemi cognitivi nei quattro anni successivi. Mentre nel 2018 uno studio del Dipartimento di Geriatria dell’Akdeniz University in Turchia sembrerebbe aver dimostrato che il lavoro a maglia sia particolarmente benefico per limitare la perdita della memoria e gli effetti della demenza senile, merito del corso di maglia dell’Università della Terza Età indirizzato a uomini con perdita della memoria e Alzheimer.
All Knit Long
Un passatempo molto utile per migliorare il coordinamento psicomotorio. Un ritmo e una agilità che migliorano l’autostima, soprattutto se poi volti a fin di bene. Non solo per sé. È questo il caso di alcune iniziative che citiamo di seguito, anche qui non esaustive rispetto al ricco panorama attuale.
A Brescia, il progetto “Viva Vittoria” ha visto partecipare migliaia di persone con i propri quadrati di maglia. Progetti solidali con anziani in case di ospitalità sono quelli della Onlus Iaia. Dal 2019, invece, Saverio Tommasi ha fondato Sheep Italia, corsi gratuiti di lavoro a maglia in ospedali e case per anziani: tutti a contribuire per la propria parte alla realizzazione di coperte per bisognosi e senzatetto. Al motto di “intrecciamo storie, portiamo calore”: 655 gomitoli distribuiti, 587 coperte realizzate e 8 paesi coinvolti.
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