«Tra il settembre e l’ottobre del 1944 ho scattato una foto con tre bambini, se sono ancora vivi vorrei ritrovarli». Inizia così l’appello sui social di Martin Adler.
Oggi Adler è un anziano signore di 96 anni che vive in Florida. Ma dentro gli è rimasto un sogno che lo porta fino in Italia: vuole ritrovare quei tre bambini che aveva conosciuto quando era soldato sul fronte italiano della Seconda Guerra Mondiale.
1944, la guerra si combatte sull’Appennino
Tutto inizia in quei mesi terribili del 1944, lungo la Linea Gotica, sull’Appennino Tosco-Emiliano, tra le valli del Santerno, dell’Idice e del Sillaro. L’Italia è nel caos, stretta tra la morsa della guerra e l’occupazione nazista. Gli Alleati, sbarcati ad Anzio avevano liberato Roma e si dirigevano verso nord, sulle tracce delle armate naziste. La popolazione civile era terrorizzata.
La divisione di Adler, allora giovane ufficiale ventenne, si trova all’improvviso in un piccolo borgo dell’Appennino bolognese, Monterenzio. Lui ed un suo compagno – le mitragliatrici in pugno – entrano in una casa. In un angolo sul pavimento vedono una grande cesta da cui provengono strani rumori. Hanno i nervi tesi e sono pronti a far fuoco, quando all’improvviso vedono una donna correre verso di loro gridando: «Non sparate… Bambini! Bambini!».
E dal baule sbucano le facce sorridenti di due femminucce e un maschietto. I due soldati ricambiano il sorriso, felici di non aver premuto il grilletto. Martin, dopo aver distribuito quadretti di cioccolata, sente di voler immortalare in una foto quel momento così “familiare”, uno squarcio di umanità in mezzo a tanto orrore. Chiede il permesso alla loro mamma, che li veste di tutto punto e poi gli permette di fotografarli. «È stato il momento più bello di quell’inferno chiamato guerra», ricorda Martin, che poco dopo è stato ricoverato all’ospedale militare di Napoli per una ferita. Guarirà giusto in tempo per tornare in prima linea nel marzo del 1945, durante le ultime azioni di guerra.
“Conoscete questi bambini?”: l’appello sui social
Sono passati così tanti anni da allora, ma il pensiero di quei bambini non lo ha mai abbandonato e con l’aiuto di sua figlia Rachelle, ha lanciato un appello sui social, con tanto di foto che lo ritrae con i tre fratellini. Il tam tam della rete ha fatto il resto.
Finalmente i tre piccoli hanno trovato un nome ed anche un nuovo volto: si chiamano Bruno, Mafalda e Giuliana Naldi e hanno ormai 83, 81 e 79 anni. Vivono ancora nelle vicinanze del paese – Monterenzio – dove in quel fatidico autunno avevano incontrato gli americani.
Bruno ha raccontato alla stampa lo stupore e la gioia provata da tutti loro per l’incredibile vicenda capitata. È stata sua nipote a mettergli la pulce nell’orecchio: «Guarda questa foto, penso siate voi quelli che stanno cercando», gli ha detto. E così, mentre tornavano a galla i ricordi, le date coincidevano. Parlando poi con le sorelle ha scoperto che una di loro ricordava ancora il soldato che la teneva sulle ginocchia ed anche tutti gli altri che la sera si ritrovavano nella loro casa per giocare a carte. L’esercito americano si era accampato nelle vicinanze e Bruno ha ancora nelle orecchie il sibilo della batteria di cannoni schierata nel cortile.
Una nuova vita, un nuovo incontro
Impossibile dimenticare, ma poi la vita ha ricominciato ad andare avanti. E così, quelli che all’epoca erano tre bambini, sono cresciuti, si sono sposati, hanno messo su famiglia ed ora vivono felicemente circondati da una schiera di nipoti. La ricerca del giovane soldato americano ha avuto un lieto fine, tanto più perché si è avverata in un Natale così diverso e, per certi aspetti, duro forse come una guerra (o forse più di una guerra, come racconta Bruno attingendo ai suoi ricordi di bambino).
In attesa di un incontro vero, faccia a faccia, e di un lungo abbraccio, i protagonisti di questa vicenda si sono salutati in una videochiamata. «Ciao bambini, volete cioccolata?», li ha apostrofati Martin con il poco italiano che ricordava. Non sapeva come esprimere la sua contentezza ed anche i tre fratelli erano commossi.
Nessuno di loro si sarebbe mai aspettato un Natale più sorprendente di così. E, alla fine, anche l’ex ragazzo con la divisa dell’esercito americano ha realizzato la sua favola di Natale.
(Foto apertura: Facebook)
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