L’indagine è un viaggio nelle aspettative e nei dubbi degli over 50 verso la politica e le istituzioni. Un’esplorazione del desiderio di partecipazione e della percezione dei partiti e dei politici. Cosa pensano della situazione socioeconomica del Paese e quale futuro?
Sono delusi dalla politica, ma non al punto da non considerarla più, da tenersene lontani o cancellarla. Andare a votare per loro è molto importante – anche domani se necessario -, nonostante la percezione negativa dei partiti. Chiedono di essere ascoltati dalle istituzioni, di essere integrati di più nelle decisioni. Non sono soddisfatti per come la politica stia affrontando i costi della Pubblica Amministrazione, lo snellimento della burocrazia, la meritocrazia, l’efficienza della giustizia civile. Pensano che riduzione della pressione fiscale, calo demografico e tutela dei valori familiari siano priorità.
In parte è questa la visione che gli over 50 hanno di politica e istituzioni emersa dall’indagine Aspettative e sentiment verso le Istituzioni che Format Research ha eseguito per 50&Più. Nella fotografia scattata le ombre sovrastano le luci. C’è sfiducia, pessimismo, una visione opaca del presente e del futuro. Il nucleo del malcontento è la delusione verso la politica e le istituzioni. Ma non tutto è perso: in filigrana traspare il desiderio di partecipare, di essere ascoltati, coinvolti. Non si percepisce disincanto, bensì un bisogno di riconoscimento che annulli la distanza che percepiscono verso istituzioni e politica.
Lo studio è stato effettuato su un campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana di 1.000 persone con un’età superiore ai 50 anni – le classi di età analizzate sono state 50/64 anni, 65/74 e over 75 – e la ricerca suddivisa in tre grandi filoni di indagine: fiducia verso le Istituzioni, fiducia verso la politica, attese future. Cominciamo proprio dalle istituzioni.
La fiducia nelle istituzioni si salva solo la Sanità
Dalle interviste emerge subito un’inquietudine “istituzionale”. Verso le istituzioni – che siano legate al welfare, agli enti locali, alle politiche pubbliche o ai politici – il sentimento di fiducia degli over 50 è basso. Al primo posto, con appena il 43,5%, troviamo quelle che si occupano di welfare (sanità, previdenza e assistenza sociale). A fidarsi di più sono soprattutto gli over 65 (48,6%), gli uomini (48,8% contro il 39,5% delle donne) e chi risiede nel Centro Italia (46,3%) e Nord Est (45,6%). Un cospicuo 56,5% però non si sente rappresentato. Al secondo posto, in ordine di fiducia, si attestano gli enti locali. A sentirsi rappresentati da istituzioni regionali e del posto sono il 39,5% degli over 50 contro il 60,5% del campione. A favore di quelle che sono le istituzioni più vicine al cittadino – o che dovrebbero esserlo – presentano valori superiori alla media gli uomini (41,9%), gli over 75 anni (40,7%), chi vive nel Nord Est (46,4%).
A mano a mano che si sale nelle gerarchie e si arriva alle istituzioni nelle politiche pubbliche e poi agli attori della politica, l’aspettativa nella rappresentanza crolla. In precedenza, i dati non erano confortanti, ora al terzo e quarto posto troviamo rispettivamente le “istituzioni nelle politiche e nei programmi pubblici” e “i politici e i rappresentanti istituzionali”. Si sente rappresentato dalle prime solo il 28,4% del campione: si tratta soprattutto di cittadini over 75 (30,3%), uomini (31,2%), del Nord-Est (29,8%) e Centro Italia (29,9%). Sui secondi invece il dato è nettissimo, oltre che basso: solo un quarto degli over 50 (25%) ha fiducia nei politici e rappresentanti istituzionali. A fidarsi di più sono i residenti nel Centro (27,9%) e Sud-Italia (28,1%). Al Nord la fiducia scende a quasi un intervistato su 5.
Nell’incertezza generale si salvano le istituzioni che si occupano di welfare: gli over 50 si sentono rappresentati ob torto collo da quelle che trattano salute, pensioni, assistenza sociale. Il resto, troppo vicino alla politica tout court, non li convince. Tranne che nel primo caso, infatti, le percentuali degli altri tre comparti istituzionali sono basse. È un concetto, questo, che ritorna quando gli viene chiesto a quali istituzioni e organizzazioni attribuiscano più valore in termini di fiducia. In cima e in fondo alla classifica troviamo rispettivamente Vigili del Fuoco e partiti politici. Tra loro c’è la Società Civile con oltre il 60%, una linea di confine tra un’aspettativa elevata ed una piuttosto bassa in cui, scendendo, si incontra soprattutto la politica con i Comuni, lo Stato, l’attuale Governo, etc. Probabilmente qui influisce una percezione di scarsa efficienza: neppure un cittadino su tre ritiene le istituzioni efficienti.
Che sulle istituzioni pesi un giudizio tutt’altro che positivo, lo conferma l’importanza attribuita dagli intervistati ad alcuni aspetti della vita civile in rapporto al loro grado di soddisfazione. Ad esempio, tra le preoccupazioni maggiori ci sono un’assistenza sanitaria di qualità e accessibile nonché un pensionamento decoroso: lo sono rispettivamente per l’87,9% e l’86% del campione, ma la loro percentuale di soddisfazione è assai bassa, 35% e 30,7%. Anche la sicurezza pubblica e la lotta alla criminalità e la sicurezza e tutela dei diritti non convincono: fondamentali per l’87,2% e l’85,7%, soddisfano solo il 38,6% e 34,8% del campione. Così per l’assistenza sociale e protezione sociale “per coloro che si trovano in difficoltà”: è importante per l’82,5% ma ha un livello di soddisfazione di appena il 28,3%.
Del resto, forse non a caso, la trasparenza delle istituzioni è tra gli aspetti più rilevanti per l’85,5% del campione. Ma solo il 26% – tra le percentuali più basse – ne è soddisfatto. Il dato si incastra a perfezione con un altro: gli over 50 vedono nella burocrazia e nella complessità delle procedure la principale criticità delle istituzioni (è così per il 67%). A seguire, ci sono l’attenzione alle esigenze dei cittadini (56,2%), la capacità di risolvere i problemi (52,1%) e di nuovo la trasparenza (43,6%). È l’idea che gli over 50 hanno delle istituzioni: complesse, non sempre attente alle esigenze dei cittadini, non sempre pronte a trovare una soluzione, a volte poco trasparenti. Forse per questo quasi 9 intervistati su 10 non si sentono coinvolti nei processi decisionali della democrazia rappresentativa: solo il 11,3% dice di sentirsi ascoltato contro l’88,7%. Questo però non sembra avere un impatto sul desiderio di partecipazione politica e di attenzione alle istituzioni e alla politica, come mostra la rilevanza conferita al voto: andare a votare è importante per oltre l’80% del campione, un tasso molto elevato. Ma qui siamo già entrati nella seconda area d’indagine: la fiducia verso la politica e i politici.
Delusi ma non distanti: la politica vista attraverso gli occhi degli over 50
Il dato negativo emerso sui partiti trascina con sé anche politici e politica. Per gli over 50 fare riforme e cambiare il Paese non fa rima con l’attuale classe politica: quasi 3 su 4 non hanno fiducia in essa; quasi 8 su 10 si sentono poco o per nulla rappresentati dalla politica. Il giudizio complessivo sui politici è sfavorevole, così come sul modo di affrontare le priorità in Italia. Solo il 14,5% si dichiara soddisfatto, ad esempio, per la riduzione dei costi della PA, essenziale per l’81,3% del campione. Stessa situazione per lo snellimento della burocrazia: è importante per l’83,9%, ma in fondo alla classifica a livello di soddisfazione (appena il 12,4%).
Proprio quest’ultimo dato richiama uno dei fattori di maggiore criticità addebitati alle istituzioni: la loro complessità e difficoltà nel trovare soluzioni per il cittadino. È il segnale che gli over 50 chiedono di essere ascoltati dalla politica per sentirsi rappresentati e coinvolti nei processi decisionali. Per quasi 1 su 2, infatti, la politica risulta peggiorata rispetto a 10 anni fa. Nonostante ciò, la stragrande maggioranza ritiene importante andare a votare. Gli over 50, evidentemente, credono nella politica e nelle istituzioni, le avvertono come un valore che va salvaguardato con la partecipazione. Non a caso poco meno dell’80% andrebbe a votare anche domani e 2 su 3 lo farebbero per esercitare un proprio diritto. È l’ulteriore dimostrazione che non si sentono distanti dalla politica e dalle istituzioni. C’è semmai un senso di delusione verso di esse e di disagio per il mancato coinvolgimento nei processi decisionali.
Attese future e riflessioni sul presente
La delusione degli over 50, legata all’incapacità di istituzioni e politica di coinvolgerli, è il sostrato di una visione non positiva dell’Italia di oggi e di domani.
Alla luce di tutto questo vediamo cosa pensino gli over 50 dell’attuale situazione economica e sociale del Paese. Per quasi il 60% il momento è critico, solo per poco più del 3% il Paese è in buona salute. Per la restante percentuale le criticità ci sono ma anche i segnali positivi. Gli over 50 mostrano insomma pessimismo, li attraversa un malessere sociale. Gli elementi di preoccupazione sono soprattutto economici: in testa troviamo aumento dell’inflazione, evasione fiscale/corruzione, povertà/diseguaglianza, disoccupazione. Per questo oltre il 60% degli intervistati ritiene che – tra 5/10 anni – a livello economico l’Italia sarà fortemente impoverita e con scarse prospettive future, mentre quasi il 60% pensa che a livello politico sarà un Paese in cui la voce dei cittadini continuerà ad essere scarsamente ascoltata. C’è dunque un orizzonte di fiducia e di prospettiva che investe, in media, solo il 35/40% degli over 50. Per il restante 60% circa il futuro migliore è alle spalle e per vederlo deve voltarsi indietro.
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