Tra i tanti cambiamenti legati all’emergenza sanitaria e al Covid-19 sembra che alcuni interessino anche la religiosità degli italiani. Lo rivelano i dati settimanali di SWG e del suo #RADARCovidisruption. Nei giorni tra il 6 e il 12 luglio, infatti, sono state indagate le caratteristiche della fede religiosa degli italiani e gli effetti che il lockdown ha esercitato, anche tra i senior.
Il quadro generale: una spiritualità più intima e caritatevole
L’emergenza legata al Covid-19 sembra aver messo in difficoltà una parte di italiani in fatto di spiritualità. La popolazione più anziana, in particolare, è quella che mostra i segnali più forti di questa tendenza. La dimensione spirituale, infatti, si è fatta più personale a discapito della partecipazione a celebrazioni o visite ai luoghi di culto. L’affluenza a riti e cerimonie rimane tutt’ora contenuta, probabilmente per via delle restrizioni dovute al lockdown che possono aver inibito le abitudini dei fedeli. Accanto, però, emerge una dimensione caritatevole che porta un quinto degli italiani a elargire denaro o a comprare generi alimentari e farmaci destinati alle fasce di popolazione più deboli.
L’importanza della fede per i senior
I dati di SWG mostrano che il 69% degli italiani dichiara di aver fede in qualche religione o credo. Il 49% è cristiano cattolico, il 13% crede in un’altra religione e il 7% sostiene l’esistenza di un’entità superiore, senza fare riferimento ad alcuna religione. Il dato interessante è che di questa parte di credenti il 78% è over 64. Più contenuto, ma importante, il ruolo giocato dalla religione nella vita degli intervistati. Alla domanda “Quanta importanza ha la religione o il credo filosofico nella sua vita?”, il 39% del campione ha risposto scegliendo tra “molta” e “moltissima” e anche in questo caso si tratta per la maggior parte di over 64.
Tra preghiera e riflessione
Il bisogno di pregare e coltivare la propria spiritualità in questi mesi è stato meno marcato: solo un intervistato su tre, infatti, ha dichiarato di sentirne l’esigenza. Gli over 64, però, hanno fatto registrare quote più alte per il loro grado di accordo su affermazioni come “Quanto successo in questi mesi relativamente al Covid-19 mi ha fatto riflettere su Dio e sulla fede” o “In questi mesi ho sentito vicine a me la Chiesa, la parrocchia e le istituzioni religiose”.
Funzioni religiose, riti e cerimonie
Dopo la fine del lockdown sono in calo i partecipanti alle funzioni religiose, ma si registra un leggero aumento tra i 18-24 enni. In questo caso, il calo più significativo si registra nella fascia senior degli over 64 che scendono del -13% per la partecipazione alle funzioni religiose, del -11% per la frequentazione di chiese o luoghi di culto per pregare e del -12% per quanto riguarda la partecipazione a momenti di preghiera collettiva e incontri di carattere religioso. Una situazione che sicuramente può essere collegata alla paura ancora attuale di una possibile ricaduta e nuovi contagi.
Volontariato e donazioni
Non perde terreno l’attività di volontariato anche se si concentra di più su donazioni e offerte che su attività fisiche e collettive. Si registra un aumento tra i 55-64enni per quanto riguarda l’acquisto di generi alimentari e farmaci da inviare a persone bisognose e per le donazioni ad associazioni e gruppi impegnati nel sociale e nella difesa dell’ambiente. Gli over 64, invece, fanno registrare un decremento per quanto riguarda le donazioni in denaro, sia a chi chiede l’elemosina per strada che per le associazioni o i gruppi organizzati. Sono piuttosto attivi, però, sul fronte delle attività di volontariato autonomo.
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