Come reagisce una persona nata prima dell’avvento dei personal computer all’impatto con l’intelligenza artificiale degli assistenti vocali?
Se lo è chiesto anche Jarosław Kowalski del National Information Processing Institute di Varsavia, in Polonia. Ha quindi studiato dal vivo il comportamento di uomini e donne molto anziani di fronte a questo tipo di tecnologia.
I risultati dell’esperimento sono poi stati pubblicati sul web. Gli studiosi hanno concluso che si tratti di strumenti con grandi potenzialità di sviluppo per le fasce di popolazione anziana.
Sette senior a tu per tu con gli assistenti vocali
Il gruppo di soggetti osservato da Kowalski era composto da tre donne e quattro uomini di età compresa tra i 64 e gli 89 anni. Non avevano mai visto degli assistenti vocali.
Accompagnati dagli studiosi in una casa allestita con dispositivi del tipo Google Home, sono rimasti impressionati dalle possibilità offerte da questa tecnologia.
Dalle interviste di gruppo condotte durante l’esperimento è emersa l’assoluta adattabilità degli assistenti virtuali agli over 60. Questo perché più aperti all’ascolto in ragione del maggior tempo a disposizione. I senior, inoltre, stanno di più a casa, a differenza dei giovani che prediligono avere tutto sul cellulare.
Pro e contro degli assistenti vocali secondo i senior
Oltre alle funzionalità connesse al poter comandare gli oggetti della casa senza sforzo, uno degli usi che per gli olders andrebbe valorizzato è quello dell’assistente vocale come strumento di compagnia.
Tra i vantaggi, i senior hanno segnalato che l’assistente virtuale “non lamenta mai di non avere tempo”. Può raccontare barzellette o leggere libri.
Ma è emersa anche la capacità di questo strumento di affiancare la gestione quotidiana di chi ha problemi motori, mantenendo aperta la loro finestra sul mondo.
Non sono mancate le osservazioni sui rischi di questa tecnologia. Le paure più diffuse riguardavano il rischio di indurre una dipendenza eccessiva. Oppure che un malfunzionamento del dispositivo potesse causare danni agli utilizzatori, come un “impigrimento” dell’intelletto o una riduzione della creatività.
Ma sono emersi anche i rischi connessi alla privacy. Gli “assistenti digitali” potrebbero acquisire, attraverso l’uso, informazioni sui nostri stili di vita, consumi, interessi, percorsi abituali, lavoro, sesso, età e persino stati emotivi.
Dati che l’assistente vocale può carpire non solo sull’utilizzatore diretto, ma su chiunque si trovi nello stesso ambiente.
Una privacy a prova di assistenti vocali
Per aiutarci a minimizzare questi rischi ed abituarci ad “un uso informato e consapevole” di questi strumenti, il Garante della privacy ha reso disponibile da marzo sul suo sito un vademecum ricco di consigli e raccomandazioni.
Si mettono in guardia gli utenti sulle attenzioni da avere al momento dell’attivazione del dispositivo, sulle informazioni da non dare a voce nell’ambiente domestico, su come disattivarlo o limitarne l’uso in caso di presenza di minori, sull’opportunità di disattivarlo quando non si usa, su come controllare o eliminare la cronologia delle informazioni, su come cancellare eventuali account e sulle richieste da fare all’azienda produttrice in caso di cessione o distruzione del dispositivo.
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