La semaglutide, principio attivo utilizzato per il trattamento del diabete, potrebbe aiutare anche nella prevenzione di eventi cardiovascolari.
Una ricerca dell’University College di Londra, i cui risultati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine, ha messo in evidenza come l’assunzione di semaglutide possa ridurre il rischio di ictus e infarti del 20%.
Lo studio
Lo studio ha coinvolto circa 17 mila persone di 41 diversi paesi e con un’età superiore ai 45 anni. Ognuno di loro presentava un indice di massa corporea di oltre 27 e dunque si trovava in una situazione di forte sovrappeso. Tutti i partecipanti, inoltre, avevano già avuto in passato un evento cardiovascolare e assunto semaglutide per un periodo medio di 40 mesi. Il campione è stato poi diviso in due gruppi. Al primo è stato chiesto di assumere il principio attivo con una dose settimanale di 2,5 milligrammi, mentre al secondo è stato somministrato un placebo.
I risultati
Degli oltre 8 mila pazienti che hanno assunto farmaci a base di semaglutide, il 6,5% ha poi avuto un evento cardiovascolare, come un infarto, contro l’8% di coloro che avevano assunto il placebo. Questa riduzione del rischio è da attribuirsi al principio attivo. Sembrerebbe, infatti, aver portato a un miglioramento della salute cardiovascolare dei soggetti testati, indipendentemente dal peso di partenza e dalla quantità di kg persi con l’iniezione del farmaco.
Prospettive di cura
Secondo il National Institute for Cardiovascular Outcomes Research, i risultati indicano che la semaglutide potrebbe entrare nella lista dei farmaci prescritti di routine per il trattamento dei problemi cardiovascolari, così come già avvenuto con le statine, medicinali che abbassano il colesterolo e prevengono l’aterosclerosi.
Un principio attivo versatile
La semaglutide è impiegata nel trattamento di pazienti adulti con diabete di tipo 2, in monoterapia o in associazione con altri farmaci quando questi non sono sufficienti per controllare i livelli di zucchero nel sangue. Il principio attivo ha dimostrato la sua efficacia anche nel ridurre il peso corporeo in soggetti affetti da obesità e sovrappeso. In particolare, esiste una versione del medicinale indirizzata ai diabetici e un’altra a dosaggio più altro per la gestione dell’obesità.
In questo caso la semaglutide stimola i recettori del sistema nervoso centrale che comunicano il senso di sazietà. Ora il nuovo studio apre alla possibilità di un terzo impiego, utile per il sistema circolatorio, indipendentemente da quanto peso possa far perdere al soggetto che lo utilizza.
© Riproduzione riservata