Danza, canto, pittura, scrittura creativa e teatro. Ma anche design e composizione grafica al computer, video e fotografia. Tutte le forme d’arte fanno bene alla salute. A dimostrare che l’arteterapia funziona per davvero ci ha pensato niente di meno che l’Organizzazione Mondiale della Sanità con un recente rapporto, il primo del genere, nato con lo scopo di rispondere alla seguente domanda: esistono prove a sostegno dei benefici dell’arte sulla salute e il benessere? Così i ricercatori hanno passato in rassegna più di 3.000 studi sull’argomento scoprendo che le prove ci sono, sono tante e sono tutte convincenti.
I corsi amatoriali di pittura, canto, musica, ecc. sono utili sia per la prevenzione che per la terapia di molte patologie. Pensiamo solo alla salute mentale. Tra le iniziative particolarmente efficaci citate nel Rapporto c’è il programma Men’s Sheds avviato negli anni Settanta in Australia. I destinatari sono uomini in pensione o affetti da qualche disabilità o rimasti vedovi, particolarmente a rischio di isolamento e depressione. L’appuntamento periodico nei capannoni (sheds) trasformati in laboratori d’arte li fa sentire nuovamente parte di una comunità. Le attività a cui si dedicano sono le più svariate: dal giardinaggio, alla fotografia, alla falegnameria. In Europa l’esempio australiano è stato ripreso dalla Scozia che dal 2009 ha lanciato un programma analogo. Gli studi hanno dimostrato che l’iniziativa dei Men’s Sheds favorisce nuove competenze, aumenta l’autostima e stimola le capacità di memoria e di concentrazione.
Anche se, dicono gli esperti dell’Oms, per rallentare il declino cognitivo associato all’avanzare degli anni sembra siano ancora più efficaci la musica e la danza. È stato dimostrato che il cervello delle persone che hanno suonato uno strumento musicale per oltre 10 anni si mantiene in forma più a lungo: le note sono una medicina efficace per preservare la memoria, la capacità di ragionamento e di concentrazione.
Ma non è mai troppo tardi per darsi alla musica. Chi inizia a suonare uno strumento in età più che adulta migliora le funzioni cerebrali, la velocità di elaborazione dei concetti e la capacità di richiamare alla mente i ricordi quando necessario. Anche la danza promette gli stessi benefici. E qualcosa di più: ballando non solo si protegge il cervello dall’invecchiamento, ma si rafforzano i muscoli e si migliora l’equilibrio e il coordinamento dei movimenti, allontanando così il pericolo di fratture. Per chi non ha voglia di iscriversi a un corso, c’è un altro modo semplice per mantenersi in forma attraverso l’arte: una visita a un museo, uno spettacolo teatrale, un concerto una tantum possono rallentare il declino cognitivo e allontanare il rischio di demenza.
Ma l’arte funziona anche come terapia oltre che come prevenzione. Dal Rapporto dell’Oms emerge infatti che ascoltare la musica favorisce il recupero delle connessioni neuronali dopo un ictus, mentre la danza migliora i movimenti nei malati di Parkinson. I pazienti affetti da Alzheimer trovano particolare giovamento nell’ascolto di canzoni e brani musicali a loro famigliari. L’arte poi può anche ridurre gli eventi avversi delle terapie oncologiche, evitando di sperimentare sensazioni sgradevoli come nausea, mancanza di appetito, difficoltà respiratorie, stanchezza, stress e ansia.
L’ascolto di un brano musicale rilassante può aiutare le persone con diabete a mantenere sotto controllo i livelli di glicemia nel sangue. Non solo: la musica e il ballo fanno bene al cuore, riducendo la pressione arteriosa e mantenendo costante il battito cardiaco.
«Questo rapporto ha trovato prove sul potenziale ruolo delle arti nel contribuire ai determinanti fondamentali della salute. Le arti promuovono la salute, contribuiscono a prevenire l’insorgenza di malattie mentali e il declino fisico legato all’età, forniscono un sostegno al trattamento o alla gestione di malattie mentali, malattie non trasmissibili e disturbi neurologici e contribuiscono nell’assistenza delle malattie acute e nelle cure palliative. Sebbene alcuni Paesi abbiano compiuto progressi nello sviluppo di politiche che fanno uso delle arti per sostenere la salute e il benessere, molti non hanno ancora preso in considerazione le opportunità esistenti per utilizzare le arti a favore della salute», concludono gli autori del rapporto.
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