Sapreste riconoscere il profumo delle rose, dei limoni e delle cipolle? Ma anche quello dell’acetone e dell’acquaragia? Superare il test dell’olfatto a pieni voti quando si hanno più di 70 anni, o giù di lì, è un buon segno. Se il naso funziona bene, il rischio di sviluppare l’Alzheimer si riduce della metà. Lo ha dimostrato uno studio condotto dall’Università della California San Francisco che ha raccolto i dati di più di 1.800 persone per un periodo di dieci anni.
La salute del cervello passa per i cinque sensi
All’inizio dello studio nessun partecipante soffriva di demenza, ma al termine del periodo di osservazione il 18% del campione (328 persone) mostrava segni evidenti di declino cognitivo. Gli scienziati si erano premurati di mettere alla prova in più occasioni il funzionamento di tutti e cinque i sensi dei partecipanti: vista, udito, gusto, olfatto e tatto.
Ebbene, nel gruppo che aveva ottenuto i punteggi più bassi nei test sensoriali si registrava un tasso di demenza del 27%. Nel gruppo dei partecipanti che aveva dimostrato ottime capacità sensoriali la percentuale scendeva invece al 12%.
L’olfatto conta di più della vista e dell’udito
I risultati pubblicati su Alzheimer’s and Dementia non giungono del tutto inaspettati. Studi precedenti avevano già trovato che un calo generalizzato delle funzioni sensoriali poteva associarsi a un maggior rischio di Alzheimer. Un peggioramento della vista e dell’udito, per esempio, potrebbero contribuire ad accelerare il declino cognitivo sia in maniera diretta, impedendo alla mente di mantenersi attiva, sia in maniera indiretta provocando un isolamento sociale che peggiora le funzioni cerebrali. Ci sono prove evidenti, infatti, che l’uso di apparecchi acustici e di occhiali riduce notevolmente le probabilità di sviluppare forme di demenza.
La novità dello studio californiano consiste nell’avere attribuito un ruolo fondamentale all’olfatto. Una buona capacità di sentire gli odori sembrerebbe proteggere dalla demenza. E più di quanto facciano gli altri sensi finora considerati fondamentali per la salute del cervello, come vista e udito. Tanto che una riduzione del senso dell’olfatto del 10% aumenta del 19% le probabilità di soffrire di demenza. Mentre un calo equivalente della vista e dell’udito aumenta solo dell’1 o del 3% il rischio di declino cognitivo.
«Il bulbo olfattivo, che è fondamentale per sentire gli odori, è interessato abbastanza presto dalla malattia di Alzheimer. Si ritiene che l’odore possa essere un indicatore preclinico della demenza», spiegano i ricercatori. Un calo dell’olfatto potrebbe quindi essere interpretato come un segnale precoce di una malattia neurodegenerativa. Anche se sappiamo bene che possono esserci altre ragioni all’origine del fenomeno: come un’infezione da Covid-19 o anche un semplice raffreddore. Chi è diventato meno sensibile agli odori che lo circondano farebbe quindi bene a consultare un medico.
La regola che vale sempre: adottare uno stile di vita sano
C’è un altro dato interessante dello studio. Le persone che a 70 anni erano perfettamente in grado di sentire l’odore di una rosa o di un limone avevano una serie di caratteristiche in comune: un grado di istruzione elevato, una pressione sanguigna nella norma, non soffrivano di diabete, non erano in sovrappeso e non avevano malattie cardiache. Tutto ciò conferma l’importanza di mantenersi in buona salute adottando uno stile di vita sano.
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