Victor e Marianne sono una coppia di mezza età, con un figlio adulto e un matrimonio spento. Irrimediabilmente diversi, Victor è un fumettista disoccupato, mentre Marianne è una psicoanalista affermata. Lui con il desiderio di tornare al passato, lei con la voglia di andare avanti, tanto da cacciarlo di casa per iniziare una nuova vita. È così che, ormai disilluso e spaesato, Victor accetta l’invito della Time Traveller, una curiosa agenzia che mette in scena il passato: ambientazioni, costumi e personaggi sono tutti studiati a regola d’arte per rivivere anche solo un momento del tempo andato. Victor sceglie, quindi, di rivivere una sera di maggio del 1974 in un café di Lione, palcoscenico del suo primo incontro con Marianne.
È così che inizia La belle époque, il film francese di Nicolas Bedos uscito lo scorso novembre nella sale cinematografiche. Una pellicola sul potere dei ricordi che sembra mettere in scena ciò che accade nel nostro cervello quando tentiamo di recuperare i dettagli di un evento passato.
Secondo uno studio recente dell’University College di Londra, infatti, quando recuperiamo un vecchio ricordo è come se all’interno del nostro cervello andasse in scena un piccolo cortometraggio: rievochiamo le persone, i luoghi, gli odori, la musica e molti altri dettagli. Una capacità che sembra consolidarsi soprattutto dopo i 50 anni quando, secondo i ricercatori, ricordiamo ciò a cui siamo più affezionati, dimenticando i dettagli dei momenti più spiacevoli.
Ma chi vuole assicurarsi di non dimenticare proprio nulla, può affidarsi alla scrittura di un diario. Mettere nero su bianco i propri ricordi e le proprie emozioni offre la possibilità di rileggerli in qualsiasi momento e di poterli condividere con gli altri. Un processo che aumenta anche le capacità mnemoniche e aiuta a rielaborare i pensieri in modo più semplice e organizzato. Numerosi psicologi, infatti, suggeriscono la stesura di un diario come tecnica di rilassamento: elaborare i pensieri e riversarli sulla pagina può produrre un senso di leggerezza, come quando ci si toglie un pesante zaino dopo una camminata. Inoltre, l’attività di scrittura aumenta la creatività e l’elasticità mentale aiutando a rievocare memorie sbiadite e lontane.
Un ottimo esercizio per combattere la nostalgia e che, grazie alla tecnologia, è diventato ancora più semplice. Sempre più applicazioni, infatti, propongono la loro versione di diario 2.0, offrendo anche opzioni che combinano la scrittura con le fotografie, i video e i dati sulla propria posizione geografica per poter annottare il luogo e il momento dei propri scritti. Altre app, ideali per i viaggiatori che desiderano annotare le proprie avventure, integrano i dettagli relativi ai chilometri percorsi e al tragitto fatto. Altre ancora aiutano a fissare degli obiettivi di scrittura, a tenere traccia delle cose scritte creando indici e capitoli e fissando citazioni con l’opportunità di condividere tutto in rete o mantenerlo privato.
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