Bassa adesione agli screening di prevenzione: solo l’80% degli italiani riceve un invito e solo il 60% completa il percorso
Il Barometro del Patient Engagement che valuta il livello di coinvolgimento attivo dei pazienti italiani nei processi decisionali riguardanti la propria salute, presenta dati allarmanti sulla partecipazione degli italiani agli screening di prevenzione. Nonostante l’importanza di questi esami per la salute pubblica, emerge un quadro di scarsa adesione e di difficoltà organizzative. Liste d’attesa, orari scomodi, mancanza di informazioni chiare sono i principali ostacoli.
I dati del Barometro in sintesi
Da qui emerge che il 20% degli italiani non riceve alcun invito a fare screening. Non è tutto: tra i cittadini che il sistema sanitario coinvolge nello screening preventivo, 1 su 3 ha difficoltà a partecipare i controlli. Mentre 1 su 5 rinuncia alla prevenzione a causa di orari incompatibili, liste d’attesa e difficoltà logistiche del nostro Servizio sanitario nazionale. Sono inoltre solo 6 su 10 quelli che vengono messi in condizione di portare a termine i controlli di prevenzione.
Troppa poca partecipazione
Nella ricerca spicca l’87% dei cittadini che afferma un mancato coinvolgimento in indagini sulla qualità del servizio di ospedali o di strutture sanitarie o in gruppi di lavoro specifici per progettare e migliorare tali servizi. Questo, a fronte di un 35% che ha trovato difficile o molto difficile prenotare esami o visite. E anche a livello di singoli professionisti sanitari si rispecchia questa mancanza di partecipazione con il 22% dei pazienti che dichiara di non venire mai coinvolto dal proprio medico nelle decisioni sulla propria salute e un 40% che viene coinvolto saltuariamente, nonostante da parte di quasi tutti i cittadini ci sia il desiderio di partecipare ed essere ingaggiato nelle scelte pur rispettando le scelte effettuate dai camici bianchi.
Coinvolgere la cittadinanza
“Coinvolgere i pazienti- afferma Matteo Scortichini, ricercatore di Economia, Valutazione Economica e Hta, all’Università ‘Tor Vergata’ a proposito degli screening preventivi- non è solo una questione etica, ma è fondamentale per l’efficienza del sistema sanitario. Quando i pazienti sono informati, educati e coinvolti attivamente nelle decisioni terapeutiche, il tasso di adesione alle terapie e il rispetto delle prescrizioni migliorano sensibilmente riducendo ricoveri e accessi al pronto soccorso”.
Il digitale da solo non basta
Il digitale, ha spiegato commentando i dati il direttore generale Asl 4 Liguria, Paolo Petralia, “rappresenta certamente uno dei driver di trasformazione dell’intero ecosistema salute. Resta chiaro che questo strumento deve però coniugarsi con l’obiettivo di ingaggio dei cittadini a riorientare ogni aspetto gestionale-organizzativo verso la centralità della persona. Che poi è, il vero motore di cambiamento del sistema salute”.
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