È la capitale di uno dei sette Stati degli Emirati Arabi Uniti, capace di evocare atmosfere da “Mille e una notte”. Insolitamente calda d’estate (ma anche d’inverno), a Dubai lusso e modernità si intrecciano in modo suggestivo. Qui è possibile sciare anche quando la temperatura sfiora i 50°, giocare a golf su un grattacielo o fare shopping nel centro commerciale più grande al mondo. Pandemia permettendo, ovviamente. Da tempo una delle mete più gettonate del turismo, Dubai si avvia oggi a diventare anche la nuova residenza per i pensionati (di lusso).
Secondo le stime delle Nazioni Unite, lo scorso anno gli Emirati Arabi Uniti hanno ospitato per lavoro più migranti di Francia o Canada. Negli ultimi decenni Dubai è diventata una meta sempre più ambita per i giovani professionisti. Ma con l’età pensionabile la maggior parte di loro torna nel proprio Paese d’origine. Le cose ora stanno per cambiare.
Il nuovo programma di pensionamento: per molti, forse, ma non per tutti
Il nuovo programma “Pensionamento a Dubai” consente infatti alle persone di età pari o superiore a 55 anni di vivere nell’Emirato grazie ad un visto rinnovabile. Dura 5 anni ma è soggetto a precisi requisiti.
Per ottenerlo è infatti necessario soddisfare uno dei criteri previsti. Di certo non alla portata di tutti. La scelta è tra disporre di una rendita mensile di 4.600 euro, di un risparmio superiore a 230mila euro oppure possedere un immobile o un patrimonio valutato almeno 460mila euro.
Un visto ai pensionati per incentivare la silver economy
Sebbene inizialmente rivolto agli attuali residenti, il regime dei visti di pensionamento sarà esteso a tutti. L’idea dello sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, sovrano di Dubai, è attirare qui i pensionati da tutto il mondo. O meglio: quelli che potranno permetterselo.
Lo scopo, ovviamente, è stimolare lo sviluppo economico del Paese come centro d’affari e di investimenti. Harsha Varyani è indiana, ha 50 anni e da 8 insegna yoga a Dubai. La nuova legge la fa sentire tranquilla: «Ora so – ha detto – che qui avrò un futuro assicurato anche da pensionata».
E con l’aumento dell’età dei cittadini, le strutture sanitarie stanno acquistando sempre più importanza. Il direttore del Med Care Hospitals and Medical Centers, Andre Daoud, afferma che la sua azienda ospedaliera si sta adattando al nuovo assetto demografico. «È importante che il sistema sanitario sia in linea con le nuove esigenze», ha dichiarato. Ecco perché viene incentivata una gamma di servizi completa diretta alla terza età. Un range che comprende assistenza sanitaria, offerta immobiliare, condizioni bancarie vantaggiose e polizze assicurative su misura.
Gli accordi bilaterali tra Stati
Gli Emirati Arabi Uniti non applicano l’imposta sul reddito alle persone fisiche. La situazione poi varia a seconda della nazionalità degli stranieri. I pensionati svedesi, ad esempio, sono soggetti all’imposta per i cittadini residenti all’estero, detta Sink, che va da zero al 25% del reddito.
Il Regno Unito e gli Emirati Arabi Uniti hanno invece in vigore un trattato sulla doppia imposizione che garantisce ai pensionati britannici di non pagare alcuna tassa. Accordi simili intercorrono anche con altri Paesi, come la Spagna.
Attrarre turismo (e stabilità) con i pensionati d’oro
In questo nuovo programma l’Emirato non vede solo la possibilità di attrarre i capitali dei pensionati e una forza lavoro qualificata – incentivata a rimanere -. Il progetto include, più a lungo termine, anche il rilancio del mercato immobiliare e del turismo. Un gettito garantito dal flusso di parenti e amici che verranno in visita ai futuri residenti agée.
Forse Dubai non surclasserà destinazioni decisamente più economiche, come Spagna, Portogallo, Messico e Thailandia. Tuttavia, pur essendo una delle città più costose del mondo, è innegabile che appaia come un luogo iconico, una destinazione ambita per qualità dei servizi. Una città globale e cosmopolita, con un alto tasso di crescita e una vasta concentrazione di culture e nazionalità diverse.
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