Dal 20 al 25 agosto si è tenuto il Meeting di Rimini, quest’anno dedicato al tema “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile”. È in questo contesto che si è svolta la tavola rotonda “Sanità per tutti: un sistema con data di scadenza?” che ha esaminato come dovrebbe cambiare il sistema sanitario in una società che invecchia sempre di più.
Dal 20 al 25 agosto si è svolto il Meeting di Rimini, un appuntamento immancabile negli ultimi 43 anni in cui la fondazione “Meeting per l’amicizia fra i popoli” propone una riflessione e un confronto aperto su temi culturali, religiosi, politici e artistici attraverso incontri, dibattiti, mostre, eventi musicali, letterari e sportivi. Tra i temi affrontati quest’anno anche quello dei cambiamenti che il Sistema Sanitario Nazionale dovrebbe affrontare davanti a una popolazione che invecchia sempre più e della sostenibilità dell’intera sanità.
“Sanità per tutti: un sistema con data di scadenza?”
A parlarne sono stati Giorgio Bordin (presidente Medicina e Persona), Raffaele Donini (coordinatore della commissione Salute della conferenza delle Regioni), Fabio Pammolli (professore ordinario di economia e management presso il Politecnico di Milano) e Riccardo Zagaria (amministratore delegato di DOC Generici) nel corso della tavola rotonda dal titolo “Sanità per tutti: un sistema con data di scadenza”. Un appuntamento che ha avuto come obiettivo quello di discutere sulla sostenibilità del Sistema sanitario nazionale, delineando le caratteristiche che dovrebbe avere: sostenibile, amico, sussidiario, solidale e soprattutto che ponga al suo centro il paziente, chiunque esso sia. Alla tavola rotonda, inoltre, ha voluto partecipare anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci, inviando una lettera a commento dei temi trattati.
Sanità per tutti in una società che invecchia
Tra i maggiori cambiamenti affrontati dalla sanità italiana c’è la sfida posta dall’invecchiamento della popolazione. Secondo i dati Istat, infatti, quasi una persona su quattro (23,5%) ha dai più di 65 anni e si prevede che il dato salirà al 34,9% nel 2050. Alla base del fenomeno concorrono la minore natalità e la maggiore speranza di vita, che nel 2070 potrebbe arrivare a 86,5 anni per gli uomini e a 89,5 per le donne. Un cambiamento demografico che fa emergere nuove necessità non solo di supporto sociale, ma anche di politiche sanitarie che possano soddisfare i bisogni di questa crescente fetta di popolazione.
L’aspetto che più determina le esigenze sanitarie della popolazione senior, però, è rappresentato principalmente dalla compresenza di più patologie croniche. Oltre la metà della popolazione over 65 a livello globale, infatti, presenta più di una condizione cronica e sta crescendo anche la prevalenza di polifarmacoterapia, ovvero l’uso cronico di almeno 5 farmaci al giorno. Anche per questo il SSN ha bisogno di un giusto finanziamento, per contare su professionisti preparati e adeguatamente motivati, in grado di garantire a tutti l’accesso alle cure e alle terapie secondo i tempi definiti dal bisogno, dall’emergenza, dall’acuzie e dalla cronicità. Un servizio sanitario che persegua senza esitazioni il diritto alla salute dei suoi cittadini.
“Uno degli elementi fondamentali per la sostenibilità del sistema sanitario riguarda l’aspetto economico: l’invecchiamento della popolazione e il conseguente incremento nell’assunzione di farmaci impatta sia sulle tasche dei cittadini che sul sistema sanitario”, ha affermato l’amministratore delegato di DOC Generici, Riccardo Zagaria. “DOC è da sempre in prima linea nella formazione con l’obiettivo di incrementare la cultura della salute sostenibile anche economicamente, attraverso l’uso del farmaco generico, che per il suo costo più contenuto favorisce una maggiore aderenza alla terapia farmacologica prescritta”.
I dati del rapporto OSMED
A questo proposito, gli ultimi dati del rapporto OSMED mostrano che in Italia nel 2022 più di 6 cittadini su 10 ha ricevuto almeno una prescrizione di farmaci con una crescita della spesa pro capite e dei consumi con l’aumentare dell’età. In particolare, la popolazione con più di 64 anni ha assorbito oltre il 60% della spesa e delle dosi e la spesa media per utilizzatore in questa fascia d’età è stata di 556 euro (601,5 negli uomini e 520,8 nelle donne). Inoltre, quasi l’intera popolazione (98,4%) ha ricevuto nel corso dell’anno almeno una prescrizione farmacologica.
I farmaci equivalenti
Tra gli aspetti che potrebbero favorire il raggiungimento di questi obiettivi rientra l’uso dei farmaci equivalenti. L’Italia è terz’ultima nel confronto con Austria, Belgio, Germania, Gran Bretagna, Francia, Polonia, Portogallo, Svezia e Spagna, sia dal punto di vista della spesa, sia per quanto riguarda il consumo dei farmaci equivalenti. In particolare, l’incidenza della spesa per gli equivalenti si attesta al 43,4% a fronte di una percentuale media di spesa territoriale per i farmaci equivalenti nei Paesi analizzati del 47,6% (media Ue: 48,3%) e oscilla tra il 34,7% del Belgio e il 68,6% della Polonia. La percentuale dei consumi oscilla invece tra il 50,6% del Belgio e l’81,8% della Gran Bretagna, e si attesta in Italia al 54,9%.
“La riflessione che dobbiamo fare, alla luce della crescente spesa farmaceutica totale è come fare in modo che il farmaco, sempre più indispensabile nella nostra società, possa continuare ad essere disponibile e accessibile nei prossimi anni in modo omogeneo”, continua Riccardo Zagaria. “È fondamentale in questo senso garantire la sostenibilità del sistema produttivo del farmaco, aumentare la spesa farmaceutica, adeguando il tetto di spesa per acquisti diretti, e rivedere completamente i flussi della distribuzione diretta e per conto, puntando ad una uniformità a livello nazionale”.
La lettera del ministro Schillaci
“Un servizio sanitario che è, e resta, fortemente ancorato ai principi di universalità, equità e uguaglianza ha bisogno di una forte cura ricostituente, per troppo tempo rimandata”, si legge nella lettera inviata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci. “L’obiettivo è quello di rendere più attrattivo il nostro SSN, agendo su due leve: quella economica, con stipendi migliori agli operatori della sanità e quella organizzativa, rivedendo un modello che non funziona come dovrebbe”.
“Uno dei fattori chiave per la sanità del futuro è la digitalizzazione. Penso alla telemedicina, su cui siamo in una fase avanzata, che gioca un ruolo essenziale per il potenziamento della sanità di prossimità o al Fascicolo sanitario elettronico che finalmente è entrato nella sua fase operativa. Stiamo lavorando insieme a regioni, associazioni e parti sociali per una Sanità a medio-lungo termine, ripensando a una medicina pubblica più vicina alle persone e più innovativa”.
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