Luciana Salvucci.
Già dirigente scolastica e docente di scienze umane e sociali nei licei è stata docente a contratto di: Didattica Interdisciplinare e Multidisciplinare, Didattica della Psicologia e delle Scienze della Formazione presso l’Università di Macerata. Ha scritto, inoltre, diversi testi di saggistica, poesia e teatro e molti suoi testi sono stati pubblicati su riviste, antologie e cataloghi. Ha partecipato a diversi Concorsi letterari nazionali e internazionali ottenendo lusinghieri riconoscimenti. Al Concorso 50&Più partecipa per la prima volta. Vive a Macerata.
Ho sottratto i sogni al tramonto,
ho insegnato loro a cantare al sole,
affacciati sul davanzale del giorno.
Uno dopo l’altro li ho battezzati,
li ho riparati dal gelo dell’inverno
con la conchiglia delle mani chiuse.
Li ho aiutati a volare oltre la siepe,
sopra la chioma del pesco in fiore,
mentre la cicala si abbronzava.
Temo di non riuscire a raggiungerli,
su per i muri le gambe tremano.
I lupi selvaggi hanno azzannato il mio grido.
Ne ho parlato con l’angelo che li distribuiva:
la cattedrale è mutilata dal sisma,
i santi fratturati mostrano le piaghe.
Ah! Schizza sui corpi il dolore,
scende di soppiatto dal cipresso senza foglie,
imbratta occhi, labbra per amare.
Cola il tempo, impassibile deforma tutto.
Il pettine degli anni col gesso bianco
stinge i capelli e la barba.
Lacrime di stagno scorrono nella clessidra.
La notte srotola un sipario di velluto,
ammanta le case ferite e le lenticchie vanitose.
L’anima rimescola l’inizio e la fine.