L’appello del Patto per un Nuovo Welfare sulla “Non Autosufficienza” al Presidente della Repubblica e al governo dimissionario per definire subito una riforma organica ed introdurre il Sistema Nazionale Assistenza Anziani.
Gli anziani non autosufficienti non siano vittime della fine anticipata della legislatura. È questo l’appello lanciato dalle 48 organizzazioni del Patto per un Nuovo Welfare sulla Non autosufficienza in una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, e ai Ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, e della Salute, Roberto Speranza. Un appello per non far naufragare il disegno di legge di riforma degli interventi in favore degli anziani più fragili. Disegno di legge atteso proprio nei giorni in cui si è consumata la crisi politica che ha portato il premier alle dimissioni.
La beffa di gettare al vento un progetto di riforma atteso da 30 anni
“In Italia – si sottolinea nella lettera – esiste una diffusa questione sociale che ha sempre incontrato difficoltà nel trovare ascolto da parte della politica nazionale. È quella riguardante le persone anziane non autosufficienti. Se si considerano loro, i familiari e chi le assiste professionalmente si arriva a oltre 10 milioni di individui”. Una grave lacuna a cui l’attuale legislatura stava per porre rimedio sotto l’egida del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Il PNRR, infatti, prevede, nell’ambito della Missione 5 “Inclusione e Coesione”, l’entrata in vigore, entro marzo 2023, di una riforma organica degli interventi di assistenza degli anziani non autosufficienti. Un progetto di ampio respiro da realizzare attraverso una legge delega che tocca aspetti chiave. Come la semplificazione dell’accesso all’assistenza sociosanitaria mediante punti unici di accesso; la definizione di modalità di riconoscimento della non autosufficienza basate sul bisogno assistenziale. Ancora, la valutazione multidimensionale dei bisogni degli anziani; l’ideazione di un progetto individualizzato che identifichi e finanzi i sostegni necessari per favorire le cure domiciliari. Così come il potenziamento delle infrastrutture tecnologiche di supporto alla non autosufficienza.
“La riforma – ricordano le organizzazioni firmatarie dell’appello – è da molti mesi in lavorazione, con la regia della Presidenza del Consiglio, e alcuni presupposti sono stati introdotti grazie alle misure previste dalla Legge di Bilancio per il 2022”. Fra questi, ad esempio, la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS) da garantire a livello territoriale.
“La preparazione della riforma – spiega ancora il Patto – ha potuto beneficiare di numerosi contributi, in particolare da parte del Gruppo di lavoro su interventi sociali e politiche per la non autosufficienza presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, del Comitato di Coordinamento sulle politiche in materia di assistenza sanitaria e socio-sanitaria alla popolazione anziana presso la Presidenza del Consiglio, del Ministero della Salute e dello stesso Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza”.
Tuttavia “con la prematura interruzione della legislatura, esiste il rischio di disperdere quanto è stato realizzato sinora e di rendere inutile il percorso avviato. Ciò significherebbe ricominciare daccapo nella nuova legislatura, peraltro con ben poco tempo a disposizione”.
Salvare la riforma grazie al PNRR
Le organizzazioni del Patto per la Non Autosufficienza chiedono dunque “di proteggere gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie dalle conseguenze dell’attuale crisi politica”. Questo compiendo “ogni azione possibile affinché si dia seguito al lavoro compiuto e la nuova attenzione verso la non autosufficienza non rimanga una mera dichiarazione d’intenti. A questo fine, Vi chiediamo di utilizzare gli spazi in tal senso assicurati dal legame tra la riforma, il PNRR e il suo cronoprogramma”.
Allo stesso tempo “È pure decisivo evitare le conseguenze negative della fretta e del clima di fine legislatura, riscontrate più volte in passato. Riteniamo, dunque, essenziale definire la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti nella sua interezza e non solo in sue singole parti”.
C’è ancora spazio per introdurre il “Sistema Nazionale Assistenza Anziani”
L’appello è l’occasione anche per rilanciare le proposte del Patto per la riforma, finalizzate all’introduzione del “Sistema Nazionale Assistenza Anziani” (SNA) che contempli tutte le misure, sociali e sanitarie, per l’assistenza agli anziani non autosufficienti. La non autosufficienza diventa così un ambito autonomo del welfare – spiegano le organizzazioni promotrici – come già avvenuto nelle altre riforme europee. Dunque, lo SNA consente di superare l’attuale frammentazione degli interventi per costruire un unico sistema integrato della non autosufficienza; riconoscere la tutela della non autosufficienza come responsabilità pubblica e di conseguenza, prevedere un finanziamento pubblico atto a garantire il diritto all’assistenza, assicurando adeguati livelli essenziali sanitari (LEA) e sociali (LEPS) per la non autosufficienza; rendere i servizi riconoscibili e facili da raggiungere, attraverso l’individuazione di un Punto Unico di Accesso, presso la Casa della Comunità.
Ancora, obiettivo dello SNA è semplificare l’attuale pletora di valutazioni delle condizioni degli anziani grazie alla previsione di una sola Valutazione Nazionale di Base (VNB). Poi puntare su una nuova domiciliarità, unitaria, appropriata e continua; riformare l’indennità di accompagnamento in una prestazione universale per la non autosufficienza da poter fruire come contributo economico o sotto forma di servizi. Prevedere un’assistenza a domicilio su misura delle famiglie con supporto psicologico, forme di conciliazione tra impegni di cura e di lavoro, tutele previdenziali. Ancora, collocare la figura delle badanti all’interno dello SNA, da un lato prevedendo incentivi economici per lo svolgimento della loro attività in modo regolare; dall’altro, mettendo a punto un profilo professionale nazionale che precisi l’insieme di competenze necessarie e il relativo iter formativo.
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