Dieta equilibrata, stop al fumo, meno alcol e più movimento: l’Osservatorio Altems propone un nuovo modello sanitario per un’Italia più sana e sostenibile.
Prevenzione e risparmio: l’Italia può salvare oltre un miliardo l’anno
Adottare stili di vita sani non è solo una scelta personale, ma una strategia nazionale per contenere la spesa sanitaria.
È quanto emerge dall’Osservatorio sull’Economia della Salute pubblica, lanciato dall’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari (Altems) dell’Università Cattolica di Roma. I dati parlano chiaro: con un’adeguata prevenzione basata su corretti comportamenti alimentari, attività fisica regolare e lotta al fumo e all’abuso di alcol, l’Italia potrebbe risparmiare oltre 1 miliardo di euro l’anno solo in costi sanitari diretti.
Si tratta di un risparmio concreto, tanto più significativo in un contesto economico segnato dagli effetti della pandemia e delle tensioni internazionali. “La prevenzione parte dagli stili di vita e c’è tanta strada ancora da fare per gli italiani”, sottolineano i promotori del progetto.
Un approccio multidisciplinare per cambiare la sanità
L’Osservatorio sull’Economia della Salute pubblica nasce con un obiettivo ambizioso: ridefinire il modello sanitario nazionale attraverso la prevenzione intelligente, l’uso di tecnologie innovative e l’analisi comportamentale.
“La nostra nazione dovrà passare da un modello di assistenza sanitaria reattivo e basato sul trattamento a un approccio sistemico e proattivo”, ha commentato Giuseppe Arbia, direttore dell’Altems. Il progetto è supportato da un comitato scientifico composto da esperti italiani e internazionali in economia sanitaria, statistica ed econometria. Tra questi, anche Francesco Moscone della Brunel Business School e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Il team fornirà consulenze, analisi basate sui dati, raccomandazioni politiche e iniziative pubbliche per promuovere un cambiamento concreto nella sanità italiana.
Il fumo, una delle principali criticità sanitarie in Italia
Con una percentuale di fumatori stabile al 19% da oltre dieci anni, il fumo resta uno dei nodi cruciali della sanità pubblica. Secondo gli esperti dell’Osservatorio, se la metà dei fumatori italiani passasse a prodotti alternativi senza combustione, il Servizio Sanitario Nazionale potrebbe risparmiare oltre 700 milioni di euro l’anno.
Una stima che mostra quanto l’intervento su comportamenti individuali possa incidere significativamente sulla spesa pubblica.
Alcol e sedentarietà: un mix pericoloso per salute e spesa pubblica
Anche il consumo eccessivo di alcol pesa sul sistema sanitario. In Italia, quasi il 3% della popolazione è classificato come grande consumatore, esponendosi a gravi rischi: danni epatici, cardiopatie, ipertensione e tumori. Se anche una sola persona su mille riducesse il consumo entro i limiti raccomandati, il risparmio stimato sarebbe di 60 milioni di euro all’anno.
La sedentarietà non è da meno. Circa il 40% degli italiani non svolge alcuna attività fisica. Le conseguenze includono un incremento del rischio di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, obesità, cancro al colon e disturbi psichici. Secondo le proiezioni, se 1 persona su 100 iniziasse a praticare almeno 150 minuti di attività fisica moderata a settimana, si potrebbero risparmiare 223 milioni di euro all’anno.
Stili di vita sani e malattie evitabili
L’alimentazione scorretta incide pesantemente sul carico di malattie croniche. Ogni italiano consuma in media 32 kg di zucchero all’anno, pari a 22 zollette al giorno. Un dato in crescita del 135% dagli Anni ’60, che colloca l’Italia al 48° posto mondiale per consumo di zuccheri.
Nel solo 2021, una cattiva alimentazione ha causato 109.000 morti premature. I numeri parlano da soli e confermano l’urgenza di promuovere abitudini alimentari più sane.
Educazione alimentare e misure fiscali
Gli esperti dell’Osservatorio propongono strategie smart per incentivare la prevenzione: dalla tassazione progressiva sui cibi zuccherati, fino all’educazione alimentare nelle scuole, con lezioni teoriche e pratiche a partire dalla primaria.
Queste misure non impongono restrizioni, ma favoriscono scelte consapevoli, responsabilizzando le nuove generazioni e creando una cultura della salute duratura.
Un nuovo modello di sanità
“L’Osservatorio fornirà analisi basate sui dati, orientamenti politici ed eventi pubblici per informare i decisori”, ribadiscono Arbia e Moscone. L’idea è quella di creare un sistema sanitario in grado di anticipare le malattie, riducendo il ricorso all’ospedalizzazione e migliorando al tempo stesso la produttività e la competitività del paese.
Attualmente, il sistema italiano deve affrontare disuguaglianze regionali, carenza di personale e un’eccessiva centralità degli ospedali. Nonostante un’aspettativa di vita tra le più alte in Europa, l’aumento di patologie prevenibili come obesità, diabete e disturbi cardiovascolari sta facendo lievitare i costi.
L’intervento precoce e l’adozione di strategie basate sulla salute comportamentale sono quindi le chiavi per invertire la rotta.
La prevenzione come investimento
Il lavoro dell’Osservatorio si muove in una direzione chiara: quella di trasformare l’attuale modello di sanità in un sistema integrato, proattivo e sostenibile. Una visione che richiede riforme politiche mirate, sinergie tra settori diversi e una forte centralità dei dati.
Non si tratta solo di numeri, ma di vite migliori, più lunghe e più sane, con un impatto positivo sull’intero tessuto sociale ed economico del paese. Come sottolineano i promotori dell’Osservatorio, “possiamo raggiungere questo obiettivo, se i migliori esperti lavorano fianco a fianco”. Perché la prevenzione non è più un’opzione, ma una necessità.
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