A condurre l’indagine, in occasione della giornata mondiale della salute mentale, la società di recruiting Hays Italia e Serenis. Il fenomeno è più accentuato tra le donne
Secondo l’analisi della società di recruiting HAYS Italia, condotta con il centro medico Serenis in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, quasi un lavoratore su due (49,4%) dichiara di trovarsi in una situazione di grave disagio psicologico. Il clima interno difficile è senza dubbio la principale motivazione di questo disagio (per il 50%), seguita dai carichi di lavoro eccessivi (38%); meno il lavoro ripetitivo e poco stimolante.
Salute mentale nelle aziende: l’indagine di Hays
Ma al di là dei numeri quantitativi, che non bisogna sottovalutare, per molti italiani (44%) parlare di salute mentale all’interno dell’azienda è ancora considerato un forte tabù, più della media globale (37%). E questo rende difficile per imprenditori e manager individuare le situazioni “complesse” che possono avere un impatto sui lavoratori e sulle performance dell’azienda. Sicuramente, secondo quanto indicato da Serenis, è un fenomeno più accentuato tra le donne, che riportano un livello di disagio psicologico maggiore rispetto agli uomini (indice di 20,3 contro 19,6), e tende ad aumentare con l’età. Sempre dalla ricerca emerge che le aree professionali più critiche in termini di benessere mentale sono quelle del marketing e della comunicazione, dove si registrano i livelli più alti di ansia e stress (indice di 21,9), mentre settori come la gestione del personale, la consulenza e l’educazione riportano migliori livelli di benessere psicologico.
I dipendenti si confidano con i colleghi
È importante quindi l’ascolto e capire con chi si confiderebbero i lavoratori in caso di bisogno. Al primo posto i dipendenti indicano i colleghi (ben il 49%), mentre solo il 18% si rivolgerebbe al proprio manager e il 33% all’HR. Questo perché nelle aziende italiane è ancora poco diffusa la figura dedicata al benessere mentale come avviene in altri Paesi del mondo: a livello globale, infatti, il 44% indica il Mental Health First Aider, ovvero professionisti che si occupano di assistere i dipendenti in maniera immediata, mettendoli a conoscenza delle tipologie di supporto di cui possono avvalersi per il supporto della loro salute mentale.
Lo stress influenza la vita privata
Ma i disagi psicologici non hanno risvolti importanti “solo” dal punto di vista lavorativo. Sempre secondo l’analisi di Serenis, un lavoratore su 2 dichiara che lo stress accumulato sul lavoro influenza molto la sfera privata. E in particolare il suo benessere psicofisico, le relazioni tra pari, amici e colleghi e quella con la famiglia. Le aree professionali più critiche in termini di benessere mentale sono quelle del marketing e della comunicazione. Qui si registrano i livelli più alti di ansia e stress (indice di 21,9). I settori come la gestione del personale, la consulenza e l’educazione riportano migliori livelli di benessere psicologico.
Stringuini: «La salute mentale fondamentale per migliorare il benessere dei dipendenti»
«La salute mentale è fondamentale per migliorare il benessere e la produttività dei dipendenti – commenta Bianca Stringuini, Global Head of Diversity, Equity, and Inclusion di Hays- Alcuni professionisti sono restii a parlare sul lavoro del loro benessere mentale, soprattutto per l’impatto che potrebbe avere sulla loro carriera. Le aziende hanno il dovere di supportare i loro collaboratori. E anche di implementare azioni virtuose per combattere questo tabuù e far sentire a proprio agio i lavoratori. Per questo, è nata la figura del ‘mental health first aider’ che rappresenta un metodo efficace – ed anonimo- per offrire una soluzione immediata ai lavoratori. Per creare un ambiente di supporto, le organizzazioni dovrebbero inoltre fornire formazione al personale sulla salute mentale, specialmente per i manager che gestiscono le risorse. Mentre il mondo del lavoro continua a evolversi, anche le policy di salute mentale devono essere regolarmente aggiornate per accertarsi che incontrino le necessità dei dipendenti.»
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