A 46 anni dalla nascita della prima consolle da videogiochi, la febbre del gioco non è affatto scesa. Ed è boom di Senior Videogamer.
Il 3 agosto 1975 nasceva il primo videogioco domestico. La passione per i giochi elettronici trovava così uno schermo che non era più solo quello delle sale giochi cittadine. I videogame iniziavano ad entrare nelle case di tutti. Croce e delizia di intere famiglie.
Il videogioco casalingo
La prima consolle domestica fu quella per il tennis elettronico: Pong di Atari. Schermo in bianco e nero. Giocatori contrapposti. Grafica ridotta al minimo. Due barre come racchette. Pallina da colpire. Fu così che il “gameplay”, ossia l’esperienza di gioco, si diffuse velocemente agli schermi di moltissime case e alle abitudini di moltissimi individui e famiglie. Migliorarono col tempo grafiche, schermi e tecnologie, sino alle più moderne PlayStation. Si moltiplicarono i temi, dall’avventura alle simulazioni. Da Tomb Raider alla Formula Uno, passando per Tetris, Pac-Man, Minecraft, Fortnite… Ad ognuno il suo preferito.
Boom di giocatori senior
Ma se pensate che il videogioco preferito dai giocatori più avanti con gli anni sia il Bridge, vi sbagliate. Altro errore, pensare che a giocare siano solo i ragazzini. I giocatori over 50 hanno una media di circa cinque ore di gioco a settimana. Il 47% di loro gioca tutti i giorni. Quattro su cinque, almeno una volta alla settimana. Questi i dati di uno studio americano del 2019, di recente resi noti. Dal sondaggio è emerso che, su un campione complessivo di 3.700 intervistati, giocano quasi 1.700 ultracinquantenni, almeno una volta al mese. Un dato in aumento: erano il 38% nel 2016. Mentre un 13% del campione, oggi, ammette di avere sviluppato una sorta di dipendenza.
Dipendenza vs Palestra per la mente
Ragazzetti di ogni età, anche ultranovantenni, sanno cosa significhi passare ore e ore davanti ad uno schermo, catturati da un videogame. Dall’emicrania al tunnel carpale, gli effetti nefasti si immaginano facilmente tutti. Senza parlare della mancanza di attenzione per tutto ciò che accade attorno, in primo luogo per vita familiare e impegni quotidiani. Superato un certo limite, il pulsante d’allarme del buon senso dovrebbe essere in grado di frenare. Ma non sempre, purtroppo, accade.
Quello che però è meno noto, è ciò che il pregiudizio di questa dipendenza, spesso nasconde. Ossia un effetto invece oltremodo benefico di un corretto utilizzo di questi dispositivi. Non solo nei bambini, per la cura della dislessia, ad esempio. Ma anche come palestra per la mente, per migliorare accuratezza dei movimenti, attenzione e memoria in chi ha una certa età. Non a caso utilizzato nelle terapie per diagnosi e cura dell’Alzheimer.
Senior super Star dei videogame
L’ultima moda del momento è quella di guardare online le partite di altri videogamers. Tutti connessi ad osservare giocatori sparsi per il mondo. Su Youtube o TikTok, e soprattutto con Twitch.tv, la famosa piattaforma livestreaming di Amazon creata all’uopo. La aggiungiamo come nota di folklore, ma in realtà è una nuova tendenza che muove miliardi di euro e su questo oggi c’è chi si costruisce “una professione”.
Dai giornali di sport alle riviste glamour, oramai è un fenomeno sotto gli occhi di tutti. Così conosciamo Steve Claus, 62 anni e oltre 77mila persone che lo seguono stabilmente. Un ex impiegato delle poste in pensione che gioca a World of Warcraft, “per incontrare nuove persone e godersi la vita”. Oppure “Gamer Granma”, nome d’arte ossia nickname di Hamako Mori, giapponese classe 1930, entrata nel Guinness dei Primati nel 2020 come la più anziana giocatrice di videogame su YouTube. Mentre riviste specializzate per giocatori, ci illuminano sui videogame che hanno per protagonisti dei personaggi senior. Dalla spia in pensione, all’anziana a passeggio per il cimitero.
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