Più di 16.000 atlete e atleti si sono ritrovati intorno alla palla ovale nel 2023. Tra loro anche anziani, persone con disabilità o disagio psichico, uomini, donne e bambini fuggiti da crisi umanitarie.
Chi l’ha detto che il rugby è solo per giovani dalle spalle forti e i muscoli ben allenati? Il progetto “Rugby per tutti sempre attivi”, promosso dalla Federazione Italiana Rugby (FIR) e i propri partner sociali, ha dimostrato tutto il contrario. Nel 2023 ha coinvolto 199 società e ben 16.310 atlete ed atleti di diverse provenienze e condizioni. L’iniziativa è stata realizzata grazie al contributo di “Sport e Salute”. Obiettivo del progetto era infatti avvicinare al rubgy e allo sport proprio chi sembra esserne più distante, ovvero gli over 65, che dal movimento traggono grande benessere fisico e sociale. Ma anche chi vive in contesti di disagio socioeconomico, in cui spesso praticare sport non è possibile. E poi uomini, donne, bambini e bambine provenienti da crisi umanitarie, insieme ad atlete ed atleti con disagi psichici o disabilità.
Parole d’ordine: “condivisione”
Piena inclusione era la parola d’ordine condivisa dai Club, supportati sia sul piano economico che formativo da FIR e dalle associazioni coinvolte (da Terre des Hommes a Save the Children, da Treedom all’Accademia Nazionale di Cultura Sportiva). Le società sono state coinvolte in un percorso fatto di formazione, attività sportiva e momenti di confronto, con lo scopo di favorire l’accesso gratuito all’attività sportiva proprio da parte di chi è più distante da questo contesto. In questo modo, le società stesse hanno sviluppato competenze ed esperienze, divenendo modelli e “contaminatori” sociali.
La miniserie
Ma fare non basta: specialmente quando l’obiettivo è costruire una cultura inclusiva, bisogna anche comunicare. Per questo, all’interno di “Mondo Ovale Responsabile” (la progettualità della Federazione per la Responsabilità sociale) è nata una miniserie di cinque episodi, uno per ciascuna linea progettuale, compresa quella dedicata agli over 65. Le puntate sono disponibili sul canale YouTube e illustrano l’evoluzione di “Rugby per tutti sempre attivi”. L’obiettivo è non solo raccontare ciò che è stato fatto, ma soprattutto ispirare tutti i rugbisti d’Italia a proseguire sulla strada intrapresa, rendendo sempre più inclusiva questa disciplina sportiva. La miniserie è preceduta da un sesto contenuto multimediale, che approfondisce e introduce gli obiettivi di progetto.
Nuove rugbisti e nuove rugbiste
“Vogliamo ringraziare le nostre Società per la straordinaria partecipazione al progetto – dichiara Daniela De Angelis, responsabile della Corporate Social Responsibility FIR – e per aver accolto, formato, incluso nuove rugbiste e nuovi rugbisti, i propri tecnici e le proprie comunità, aprendo le proprie porte anche a nuove forme di gioco che non possono che contribuire a consolidare il ruolo dello sport nel nostro Paese. Insieme ai nostri partner sociali abbiamo affiancato le Società coinvolte nel progetto in processi di formazione attiva, suscitando dibattito e confronto, essenziali per garantire un lascito che potrà continuare ad alimentare il movimento negli anni a venire. La miniserie sviluppata non vuole essere un semplice documento reportistico, quanto uno strumento aggiuntivo di formazione, al servizio di tutto il rugby italiano, per continuare ad alimentare le progettualità alle quali, con “Rugby per tutti sempre attivi”, abbiamo voluto offrire una visione collettiva e una ribalta nazionale”.
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