Riconoscere la funzione essenziale delle Rsa e superare i preconcetti che spesso ne accompagnano la narrazione: è la base dell’ultimo manifesto lanciato da 13 associazioni di categoria del settore.
Il Comitato etico San Giuseppe Moscati della Fondazione Vismara De Petri dell’Università Cattolica di Cremona ha presentato, verso la metà di marzo, un manifesto contro il pregiudizio sociale verso le RSA.
Sottoscritto dalle principali realtà che operano nel settore delle RSA – Acop, AGCI, AGeSPI, AIAS, A.I.O.P., Anaste, ANFFAS, ANSDIPP, ARIS, CONFAPI, Diaconia Valdese, Lega COOP Sociali, UNEBA – il manifesto intende richiamarne le potenzialità rispetto al loro ruolo nella presa in carico degli anziani fragili.
Le 13 associazioni di categoria che hanno promosso il manifesto chiedono di fare di più per rilanciare le RSA, poiché verso di esse è cresciuto un forte pregiudizio sociale che ha messo in discussione la loro funzione assistenziale e sociale.
Il manifesto
Nel manifesto si chiede un pieno riconoscimento del ruolo delle residenze socio assistenziali, a volte etichettate come luogo di segregazione, soprattutto dopo la pandemia, e si ribadisce che il PNRR non ha previsto fondi per queste strutture, nonostante l’Italia sia il secondo Paese più anziano al mondo dopo il Giappone.
Le realtà legate all’esistenza delle RSA intendono riaprire un dialogo con il mondo politico, dato che anche la Legge Delega 33/2023 promuove per le strutture un nuovo modello di accoglienza, basato sull’apertura alle famiglie e al volontariato. In realtà, come spiegato nel documento, già da anni le residenze offrono servizi domiciliari integrati alla popolazione anziana fragile, e non si limitano alla dimensione residenziale
I numeri delle Rsa
Attualmente non esiste un censimento nazionale delle Rsa, che risultano all’incirca 4.500, con una concentrazione doppia al Nord (69,9% nel Nord Ovest e 73,8% nel Nord Est) rispetto al Sud.
Gli ospiti over 65 delle strutture residenziali sono oltre 267mila: tre quarti sono donne, la maggioranza ha più di 80 anni e il 78% è composto da persone non autosufficienti. Secondo i dati dell’Osservatorio settoriale sulle Rsa della LIUC, l’Università Carlo Cattaneo, nel 2060 gli over 85 che rappresentano la maggior parte dei ricoveri saranno 4,7 milioni. Il doppio rispetto ad oggi.
Gli obiettivi per il presente e il futuro
L’obiettivo primario è la cura della persona, come ribadito nel manifesto, e l’invecchiamento deve rappresentare un momento dell’esistenza che resti caratterizzato il più possibile da autodeterminazione, desideri, interessi relazionali e affettività. Per questo è necessario il supporto dei geriatri e la diffusione di competenze specialistiche, oltre al ripensamento delle necessità del personale socio-sanitario, che deve avere contratti adeguati e impieghi di lungo periodo nelle stesse strutture.
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