Da sempre attento alle esigenze dei pensionati, il Cupla ha organizzato – il 31 maggio a Roma – il convegno Difesa del potere di acquisto degli anziani. Dopo i saluti del coordinatore nazionale Cupla, Gian Lauro Rossi, il professore Sergio Ginepri ha presentato la ricerca del Cer.
Tra gli ospiti del convegno anche Tiziana Nisini, sottosegretario al Ministero del Lavoro e Mons. Vincenzo Paglia, presidente della Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana. Dal Rapporto Cer Cupla 2022 Pensioni, inflazione e fisco si evince che, tra il 2009 e il 2021, il potere di acquisto delle pensioni si è ridotto considerevolmente.
Per le pensioni fino a 1.500 euro lorde al mese la perdita è calcolata tra il 3,5 e il 4,0 %, (circa 40 euro il mese) e ancora maggiore è la perdita nel caso delle pensioni di importo superiore: con un reddito pensionistico di 2.000 euro lordi mensili il valore reale è diminuito del 7%, circa 120 euro il mese, e di circa l’11% nel caso di un reddito loro di 4.000 euro.
Lo sforzo fiscale dei pensionati negli ultimi 10 anni è tanto più significativo quando si mette a confronto, a parità di reddito lordo, il prelievo fiscale sui redditi dei pensionati con quello dei lavoratori dipendenti. Una disparità che non è stata superata dalla Legge di Bilancio 2022.
Le pensioni si sono impoverite a causa dell’effetto combinato di due fattori approfonditamente analizzati nel Rapporto Cer-Cupla 2022: il meccanismo di adeguamento automatico alle variazioni dei prezzi e l’aumento del prelievo fiscale sui redditi pensionistici. Se poi aggiungiamo l’aumento del gas, della luce e dei generi alimentari, si realizza la situazione che molti pensionati scivolano nella povertà.
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