Dopo una vita trascorsa viaggiando per il mondo, nel 2020, a 61 anni, Roff Smith ha deciso di concentrarsi su luoghi a lui vicini e familiari. Ha quindi iniziato a raccontare con le immagini ciò che lo circonda, in sella alla sua bici, a poche miglia dal luogo in cui vive.
«Ogni mattina parto per un viaggio, con la mia bicicletta, esercitando l’immaginazione tanto quanto le gambe. Quando torno a casa, una o due ore dopo, mi sento come se avessi visitato luoghi, visto cose, viaggiato nel vecchio senso della parola. Perciò porto con me la macchina fotografica e registro queste uscite come se fossero storie di viaggio, celebrando la libertà e la gioia semplice di un giro attraverso le meraviglie dietro casa».
Roff Smith, oggi 63enne scrittore e fotografo del National Geographic, apre con queste parole la home page del suo blog. Oggi racchiude immagini scattate entro le dieci miglia dal luogo in cui vive. Dopo aver visitato e raccontato oltre cento Paesi del mondo, ha infatti deciso di concentrarsi su posti vicini e familiari.
Dall’aereo alla bicicletta, dal racconto internazionale a quello locale
Già prima della pandemia Roff Smith aveva cominciato a sentirsi stanco delle mete lontane: «I viaggi in aereo – racconta – facevano percepire il mondo tutto uguale ovunque». Poi, nel marzo del 2020, di rientro dall’Ecuador all’Inghilterra, dove avrebbe raggiunto i suoi figli, si è trovato nel mezzo dei primi lockdown. «Madrid, dove avevo fatto scalo, andò in isolamento subito dopo il mio passaggio – ricorda – e il Regno Unito subito dopo il mio arrivo. Dopo decenni di voli, non c’era nessun posto dove andare».
Da allora il fotografo che aveva girato il mondo ha cominciato a usare la bicicletta per muoversi nei pressi di casa. Così, attrezzato con la sua macchina fotografica e il cavalletto, si è ritratto in sella alla sua bici in uno scenario sempre diverso. «Ho dovuto imparare a padroneggiate il linguaggio del corpo, quello del mezzo, e ho cominciato a guardare lo spazio come una cornice vuota nella quale immaginare il proprio spazio – spiega -. In pratica ho cercato di trovare me stesso, e nel mentre ho visto sorgere il sole, ho ascoltato la vita acquatica nella palude e la fauna selvatica fra gli alberi».
La scoperta del mondo a pochi chilometri da casa
Eppure questa scoperta, a 61 anni, è diventata per lui un’avventura continua. Sebbene a pochi chilometri da casa e anche dopo aver percorso e raccontato mezzo mondo.
Emigrato in Australia a 22 anni, Smith ha raccontato le miniere d’oro del Paese per il Sydney Morning Herald. A 37 anni è partito per un viaggio da diecimila miglia che lo ha portato in giro per nove mesi in tutto il continente. «Per tutta la vita ho guardato una mappa e pensato solo a dove andare, oggi torno a casa in bicicletta con la sensazione di essere stato davvero nei posti che ho visto, e viaggiando meno sento che il mio percorso ha acquistato più senso».
Il suo blog si intitola The art of the ride. Nella sezione “Immagine del giorno” sono raccolti una serie di autoritratti con la sua bici. Ogni scatto, corredato da una descrizione del posto e della situazione, rappresentata una magica solitudine in cui l’unica presenza dell’autore non fa altro che acuire il senso di poesia e di bellezza della natura. Una bellezza a chilometro zero o comunque a poche miglia dalla casa di Smith.
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