Passano gli anni, passano. Crescono i bimbi, crescono. Cantava così un noto cantautore italiano, che potremmo definire “poeta”, in una canzone del 1989. Noi di Spazio50 quel cantautore lo abbiamo incontrato in occasione di Immagina 2021 e con lui abbiamo parlato proprio di questo: di anni che passano, di figli che crescono. Ma anche di padri che invecchiano, di visioni che cambiano. In onore della Giornata internazionale delle persone anziane, che si celebra proprio oggi, ecco le considerazioni di Roberto Vecchioni sull’anzianità, l’invecchiamento e il tempo che passa.
Un inno alla vita
“La vita a ogni età è una sorpresa meravigliosa”. Esordisce con questo inno alla vita il Professore, calcando il palco della kermesse canora di 50&Più. Un invito a continuare a guardare il mondo, assaporandone le cose belle. “Io ho 80 anni, ma vi assicuro – a voi che ne avete molti meno – che quando arriverete alla mia età non sentirete differenze. La differenza arriva e si sente solo quando non si vive, quando non si ama la vita, quando non si vuol più fare qualcosa di nuovo. Ma se si rimane ancorati e aggrappati alla bellezza dell’amicizia, dell’amore, della musica, del mare e della poesia, la vita regala sempre delle sorprese. Alla mia età si sentono gli acciacchi, certo, ma nello spirito non c’è differenza”.
Amare ad ogni età
Tra i temi di cui parla Roberto Vecchioni nei suoi testi uno dei più trattati è proprio l’amore. L’amore per i figli, per la vita, per sé stessi. Ma anche l’amore nella sua totalità. Un sentimento che, secondo lui, non conosce età. “L’amore non cambia mai. Quando uno si innamora, non importa l’età. Cambiano il riflesso fisico e la potenza sessuale, ma dal punto di vista emotivo forse l’amore è ancora più forte a cinquanta o sessant’anni. Io ho visto e conosciuto persone che si sono innamorate a settant’anni, ma innamorate davvero. Di quell’amore che quando l’altro manca si sta malissimo. D’altronde, l’amore è questo: continuo bisogno, desiderio di avere l’altro con sé. E gli ultracinquantenni hanno la stessa disponibilità all’amore dei più giovani”.
La capacità di cogliere il senso
Capaci di amare, capaci di vivere, capaci di guardare oltre. Secondo Roberto Vecchioni, infatti, gli over 50 sono meglio equipaggiati per cogliere alcune sfumature nella vita di tutti i giorni. “Ovviamente non si può generalizzare: ci sono cinquantenni e cinquantenni. Ci sono quelli a cui, ad esempio, è meglio non cantare nulla, mentre altri che sanno cogliere davvero i messaggi. Credo che la mentalità di un cinquantenne, che oggi come oggi è da considerarsi una persona giovane, è più attrezzata per cogliere i sottintesi, le metafore e la verità delle emozioni di chi canta. Gli over 50 non si lasciano ingannare. Sono attrezzati meglio per entrare in un mondo di emozioni che non sono facili per i ragazzi più giovani”.
Ma essere anziani, quindi, significa diventare automaticamente saggi? “Assolutamente no”, ride. “Anzianità non è sinonimo di saggezza. Però è più facile che i cinquantenni siano allenati culturalmente, più equipaggiati. A me piace moltissimo cantare davanti a persone che hanno più di quaranta o cinquant’anni perché hanno la predisposizione a immergersi in quello che sentono e si crea una forte empatia”.
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