Un milione di specie è a rischio d’estinzione, il 50% potrebbe estinguersi entro la fine del secolo in corso. In Italia potrebbero scomparire verdoni, delfini, tartarughe e interi ecosistemi. Oltre la metà del Pil mondiale dipende dalla natura
Il rischio estinzione minaccia oltre un milione di specie animali e vegetali a causa di crisi climatica, attività umane, perdita di habitat, inquinamento e specie aliene. Solo in Italia sono 46.300 le specie in bilico segnalate nella lista rossa Iucn e 58 gli ecosistemi naturali a rischio. La dipendenza di oltre metà del PIL mondiale dalla natura rende la perdita di biodiversità una minaccia crescente per il sostentamento. Questi sono alcuni dei dati riportati da Legambiente nel report “Natura selvatica a rischio in Italia” che parla di cifre impressionanti.
Alberi in pericolo: un terzo delle specie a rischio
Per quanto riguarda le specie vegetali, emerge un dato sconfortante. Più di una specie arborea su tre è inserita nel nuovo aggiornamento delle Lista Rossa IUCN, la più autorevole istituzione scientifica internazionale che si occupa di conservazione della natura. Ciò rivela che almeno 16.425 delle 47.282 specie valutate sono a rischio di estinzione. Gli alberi rappresentano ora più di un quarto delle specie presenti nella Lista Rossa e il numero di alberi minacciati è più del doppio di tutti gli uccelli, i mammiferi, i rettili e gli anfibi minacciati messi insieme. Le specie arboree sono a rischio di estinzione in 192 Paesi del mondo.
Quasi il 20% delle specie animali a rischio estinzione
A partire dal 2023, l’IUCN ha valutato 89.856 specie animali, 17.416 delle quali sono elencate come in via di estinzione, rappresentando il 19,38% del totale delle specie animali valutate. Tra questi, 11.195 specie di vertebrati sono elencate come in via di estinzione, pari al 17,91% del totale delle specie di vertebrati valutate. Negli invertebrati, 6221 specie sono state elencate come in via di estinzione. Il 22,74% del totale delle specie di invertebrati valutate. Più di una specie arborea su tre è inserita nel nuovo aggiornamento delle Lista Rossa IUCN, e almeno 16.425 delle 47.282 specie valutate sono a rischio di estinzione.
Squali, anfibi, uccelli e mammiferi in pericolo in Italia
Al 2024 più di 46.300 specie sono a rischio di estinzione nel mondo. La situazione di specie minacciate in Italia riflette quella mondiale. Qualche esempio: il 15% degli squali nei nostri mari (elefante e smeriglio), tutti gli anfibi, le tartarughe acquatiche e terrestri e moltissime specie di uccelli tra cui il verdone. Nella lista dei mammiferi più minacciati l’orecchione sardo e i cetacei come delfini, balenottere e capodogli. Sotto osservazione lupi e orsi anche per il bracconaggio. Le liste rosse italiane rivelano 58 ecosistemi a rischio, di cui 7 in pericolo critico di estinzione. La superficie nazionale a rischio è il 19,6% che corrisponde a quasi la metà di quella coperta dagli ecosistemi naturali e seminaturali (46,3%) italiani.
Il valore economico della biodiversità
Il report di Legambiente non si limita a descrivere la situazione, ma ne quantifica anche il valore economico. Le foreste, con 60.000 specie di alberi, l’80% degli anfibi e il 75% degli uccelli, sostengono 1,6 miliardi di persone con risorse naturali vitali. La pesca, essenziale per il PIL di alcuni paesi, è minacciata dal sovrasfruttamento di oltre un terzo degli stock ittici, con conseguenze su occupazione, economie e pratiche illegali. Gli insetti impollinatori, come api e farfalle in rapida diminuzione, contribuiscono alla produzione agricola tra 235 e 577 miliardi di dollari all’anno a livello globale. Il turismo legato alla fauna selvatica genera entrate significative, spesso finanziando direttamente la conservazione della natura.
(foto in apertura: immagine di verdone, passeriforme una volta comune in Italia oggi a rischio estinzione)
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