Online sul portale dell’Istituto una prima versione del servizio per chi ha iniziato a studiare e lavorare dopo il 1995 o è inoccupato. Ma è già in cantiere una versione 2.0 del simulatore anche per i lavoratori “senior”. Ecco come simulare costi e vantaggi del riscatto degli anni di studio per andare prima in pensione.
Decidere se riscattare la laurea per avvicinarsi alla pensione non sarà più un salto nel buio o il frutto di complessi calcoli per i quali è necessario affidarsi a un consulente di fiducia. Almeno per chi ha iniziato a studiare e a lavorare dopo il 1995 e può usufruire del riscatto di laurea agevolato introdotto dalla Legge n. 26 del 2019. Finalmente l’Inps ha implementato una prima versione del simulatore del costo del riscatto. Il funzionamento è piuttosto semplice. Vediamolo nel dettaglio.
Per ora accesso limitato, ma è in cantiere la versione 2.0
Il servizio online è aperto a tutti coloro che hanno conseguito un diploma di laurea o un titolo equiparato, come il dottorato di ricerca o la specializzazione post-laurea. Tuttavia, come abbiamo anticipato, in questa prima fase il simulatore funziona solo per i lavoratori che rientrano nel metodo contributivo del calcolo della pensione. Ovvero per chi ha iniziato a studiare e a lavorare versando contributi dopo il 1995. Inoltre, il simulatore è attivo anche per chi è inoccupato, cioè, al momento di presentare la domanda, non risulta essere mai stato iscritto ad alcuna forma obbligatoria di previdenza come l’Inps e non ha iniziato un’attività lavorativa in Italia o all’estero.
Ma l’Inps rassicura che presto il simulatore sarà a disposizione di tutti. Quindi, anche alla platea di lavoratori ai quali si applica il metodo retributivo di calcolo della pensione. Sono i lavoratori che hanno iniziato a studiare o a lavorare prima del 1995, quindi anche i più vicini al traguardo della pensione. È già in cantiere, dunque, una nuova versione del servizio, che consentirà inoltre di simulare i costi del riscatto anche a chi è in possesso di 18 anni di anzianità al 1996, anteriori al 2012.
Come funziona il simulatore
Il percorso per accedere al simulatore del riscatto della laurea dal portale Inps è: “Prestazioni e servizi” > “Servizi” > “Riscatto Laurea – Simulatore”. L’accesso è possibile da qualsiasi dispositivo digitale: pc, tablet o smartphone. Una volta digitati correttamente i caratteri del codice di sicurezza, si accede ad un questionario di 9 domande. Per completare la simulazione, infatti, occorre indicare la durata e la data di inizio del corso universitario di studi, la propria data di nascita, se si è uomo o donna, si lavora o meno. E ancora, quando è stato versato il primo contributo, se si è dipendenti privati, pubblici o di una delle Gestioni speciali, come Artigiani e Commercianti. Infine, occorre indicare se la propria carriera lavorativa è stata continua o meno e qual è stata la retribuzione lorda degli ultimi 12 mesi effettivamente lavorati.
Per quanto riguarda l’ultimo dato, quello sulla retribuzione, l’Inps fa un esempio per chiarire che numero inserire nel caso in cui non si sia lavorato con continuità nell’anno precedente alla data di presentazione della domanda. Ipotizzando che un lavoratore abbia avuto lo stipendio solo per due mesi percependo 4.000 euro – spiega l’Istituto -, dovrà indicare 24.000 euro (pari a 4.000 euro diviso due mesi moltiplicato per dodici).
In pochi click costi e vantaggi eventuali del riscatto
Una volta inseriti i dati e completata la domanda, il sistema fornisce un prospetto contenente la cifra che dovrà essere pagata, sia totale che in rate. Inoltre, nel documento, che può essere scaricato in formato .pdf, l’Inps fornisce informazioni sulle varie tipologie di riscatto di laurea disponibili (agevolato, inoccupato, ordinario) e sui vantaggi fiscali che si ottengono scegliendo il riscatto agevolato rispetto all’ordinario. Ciò alla luce del metodo di calcolo della pensione che si applica ad ogni singolo caso. Nel prospetto sono infatti disponibili anche informazioni e chiarimenti sulle modalità, la decorrenza (con o senza riscatto) e gli importi della pensione futura.
Ovviamente l’Istituto precisa che “le date e gli importi presentati all’utente dal servizio sono calcolati solo sulla base delle informazioni inserite in modo anonimo dall’utente stesso e devono essere considerati puramente indicativi e orientativi, potendosi discostare da quanto comunicato all’utenza a seguito della presentazione formale della domanda di riscatto”. L’istruttoria vera e propria della pratica prevede infatti la verifica dei dati a partire dai contributi effettivamente versati.
Alla simulazione può seguire infatti un ulteriore approfondimento, ma questa volta sarà necessario identificarsi attraverso lo SPID o altre credenziali ancora accettate dai servizi dell’Inps. In tale modo, la simulazione si baserà sui dati ufficiali presenti negli archivi dell’Inps. Nella sezione ad accesso riservato sarà poi possibile inoltrare la domanda formale di riscatto da cui sarà istruita la pratica effettiva.
Nessun riscatto per i fuori corso e gli studenti lavoratori
Il periodo massimo che può essere riscattato è pari alla durata legale del corso di studi. Gli anni di iscrizione fuori corso non sono invece riscattabili. Attenzione, inoltre, ai periodi in cui, pur studiando, sono stati versati i contributi. In questo caso, gli studenti lavoratori non potranno riscattare questi periodi, anche se la contribuzione è stata figurativa perché, ad esempio, si era in maternità o in NASpI. La stessa regola vale per i periodi già riscatti presso altri regimi previdenziali. È il caso del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, delle gestioni speciali del Fondo stesso per i lavoratori autonomi – precisa l’Inps – e dei fondi sostitutivi ed esclusivi dell’Assicurazione Generale Obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti e gestione separata.
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