Un quarto della popolazione europea e quasi un terzo di quella statunitense non crede alla teoria dell’evoluzione, ma pensa che l’essere umano sia nato nella sue sembianze attuali.
Minoranze considerevoli nei Paesi dell’Europa orientale e negli Stati Uniti, e maggioranze in Israele e Turchia, credono che gli esseri umani siano stati creati da Dio più o meno nella loro forma attuale, rispetto alle grandi maggioranze dell’Europa occidentale che hanno assimilato l’idea scientifica che gli esseri umani si sono evoluti da specie animali precedenti. Il dato sull’evoluzione emerge da una ricerca condotta dalla Bbva Foundation, gruppo finanziario internazionale, che ha coinvolto un campione di 1.500 persone di diverse nazionalità interpellandole su scienza e ricerca.
Lo studio
In Europa lo studio ha messo a confronto le opinioni di cittadini maggiorenni di Germania, Danimarca, Italia, Spagna, Francia, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Bulgaria, Slovacchia, Estonia, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Romania, di differenti livelli socio-economici e di istruzione. Lo stesso è accaduto negli Usa, in Israele e in Turchia. I soggetti sono stati intervistati su 12 concetti o nozioni di base della scienza. Le loro risposte sono state poi valutate in base al livello di comprensione delle informazioni in una scala da 0 a 10.
I risultati
In Europa e negli Usa il livello medio di comprensione è risultato abbastanza elevato, rispettivamente con un punteggio di 7,9 e 7,8. In Israele la media è scesa a 6,4 e in Turchia a 5,2. Inoltre il 40% dei cittadini europei e nord americani ha dichiarato di avere fiducia nella scienza e di parlarne abbastanza o molto spesso.
Eppure, a fronte di risultati complessivamente positivi, è emerso un discreto scetticismo rispetto alla teoria dell’evoluzione umana. In Italia, ad esempio, il 71% del campione ritiene che l’uomo si sia evoluto attraverso un processo biologico. Il dato crolla in Turchia, dove l’evoluzione è sostenuta solo dal 28% degli intervistati.
I fattori che influenzano la fiducia – o la sfiducia – nella scienza
Fattori sociodemografici, cognitivi e ideologici possono influenzare il rapporto dei cittadini con la scienza e l’accesso alle informazioni scientifiche. Secondo i ricercatori che hanno condotto le interviste, ci sono minoranze consistenti in Europa e negli Usa, e ancora di più in Turchia e Israele, che credono che l’uomo sia la creazione di un’entità divina, mettendo in discussione gli studi evolutivi.
Anche i principi etici e la fede religiosa influenzano l’approccio alla scienza. Il 67% degli europei ritiene che i principi etici dettati dalla società debbano essere alla base delle scoperte scientifiche, ma il 15% pensa che dovrebbero essere le istituzioni religiose a convalidare queste scoperte. La percentuale sale al 27% negli Usa e al 42% in Israele. In Italia, il 55% del campione afferma che i progressi scientifici debbano essere limitati da principi etici, ma si configura come nettamente laico con un 92% che ritiene non sia opportuno che la religione abbia voce in capitolo nella ricerca scientifica.
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