Una lunga fila si snoda davanti ad un portone ancora chiuso. In attesa ci sono anche tante donne, molte con una grande borsa in mano, che sperano di riempire. Sanno che quando il portone si aprirà un nugolo di volontari offrirà, a chi è in strada, beni alimentari di prima necessità per sfamare la propria famiglia. Da quando il Covid-19 ha colpito persone e Paesi, la vita di troppi è radicalmente cambiata. In peggio. Lo dicono le statistiche che snocciolano numeri impietosi: in due anni di pandemia si ritiene che 163 milioni di persone nel mondo siano entrate in stato di indigenza; 163 milioni di individui che si sono aggiunti ai 3,2 miliardi, che già nel periodo pre-emergenza sanitaria vivevano sotto la soglia di povertà.
La crisi ha colpito in modo particolare le donne, il cui calo reddituale, solo nel 2020, è stato di 800 miliardi di dollari. E mentre i poveri sono diventati più poveri, i ricchi sono diventati più ricchi. Non a caso questa è stata definita “la pandemia delle disuguaglianze”; infatti, negli ultimi due anni, i 10 miliardari in cima alle classifiche mondiali dei “Paperoni”, hanno visto accrescere i loro patrimoni da 700 a 1.500 miliardi di dollari. Anche in Italia. Il numero dei miliardari italiani è cresciuto di 13 unità e il valore complessivo del loro patrimonio è aumentato del 56%, arrivando a quota 185 miliardi di euro alla fine dello scorso anno.
Una povertà economica che si trasforma in povertà sociale, educativa, culturale; una povertà che la politica ha il dovere di contrastare, facendo sì che tra gli obiettivi primari dell’agenda di Governo vi sia l’equità sociale. Perché la dignità dell’uomo passa anche attraverso di essa.
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