Censis e Verisure presentano i numeri della 3° edizione dell’Osservatorio sulla sicurezza della casa. Il report, realizzato con il contributo del Servizio analisi criminale del Ministero dell’Interno, è stato presentato a Roma, presso il Museo dell’Ara Pacis
Il 75,2% degli italiani è proprietario della casa in cui vive. Il 48% degli italiani mette al primo posto il furto in casa fra i reati che ha paura di subire, e non è un caso dato che un quarto della popolazione lo ha vissuto almeno una volta (24,4%). Per l’89,2% del campione, la sicurezza in casa è fondamentale, e per il 74,4% avere dei sistemi di sicurezza aiuta a vivere meglio. Il 57,3% degli intervistati pensa che i sistemi di sicurezza a difesa dell’abitazione aiutino a combattere l’ansia. Il 45,3% degli italiani pensa di dotarsi di un dispositivo di protezione domestica nei prossimi 12 mesi, il 50,1% sostiene che investirà in sicurezza nei prossimi anni.
TRUFFE E INTELLIGENZA ARTIFICIALE: I DATI
Come ci si protegge
Come si aumenta la sicurezza della casa? L’85,5% degli italiani ha almeno un dispositivo a difesa dell’abitazione, primo fra tutti la porta blindata. Ma è cresciuta la consapevolezza che non basti più difendere singole parti dell’abitazione, come l’ingresso o le finestre: il 64,7% crede che sia più efficace adottare un sistema integrato a più componenti, magari implementabili.
Anche la serratura smart, ossia la possibilità di aprire a distanza la propria casa, è un’idea che piace al 50,3%, contro il 38,6% che si dice contrario e l’11,1% che non ha un’opinione in merito.
Numeri reali e percezione dei reati come furti e rapine
Il rapporto ha evidenziato come il pensiero di poter essere derubati nella propria abitazione condizioni alcune abitudini quotidiane: il 9,3% degli intervistati ha dichiarato di aver paura di restare a casa da solo durante il giorno, un dato trasversale che aumenta fra i giovani di 18-34 anni. Il 22,2% teme di più le ore notturne e la percentuale supera il 30% fra le donne. Il 38,5% non si sente tranquillo a uscire lasciando la propria casa incustodita (il 42% delle donne).
Eppure i dati relativi ai furti e alle rapine erano molto più alti dieci anni fa: nel 2014 sono stati registrati 255mila furti, contro i 147mila del 2023. Le rapine nel 2013 erano 3.600, oggi sono 1.800. Il 2020 è stato l’anno con il minor numero di reati legati al patrimonio a causa della maggiore presenza in casa, poi c’è stato un costante aumento di anno in anno ma senza raggiungere i livelli degli anni pre-Covid.
Reati legati all’innovazione tecnologica
Il lavoro da remoto ha incrementato i reati legati all’innovazione tecnologica che possono avvenire in casa. Dal 2013 le truffe e frodi informatiche sono passate da 133 mila a 302 mila, mentre i delitti informatici, ossia i danneggiamenti ai sistemi digitali, la diffusione abusiva dei codici d’accesso o altri dati sono passati da 10.800 a 30 mila.
I dati a livello territoriale
Al primo posto per furti in abitazione c’è la Lombardia con 31.442 nel 2023, al secondo il Lazio 17.061 e al terzo il Veneto 15.892. Le regioni più virtuose sono quelle più piccole: Valle d’Aosta (172), Basilicata (540) e Molise (551).
Se si considera l’indice di delittuosità sulla popolazione residente, la provincia di Pisa è al primo posto, seguita da Firenze e Lucca. Per le rapine al primo posto c’è Benevento, seguita da Prato e Firenze.
Non solo reati
Quando si parla di sicurezza domestica non si intende solo la protezione dai reati di furto e rapina, perché una popolazione sempre più anziana e con famiglie monocomponente è sempre più esposta anche agli incidenti domestici o ad eventualità legate allo stato di salute. Il 25,5% degli italiani ha paura di incorrere in un incidente domestico, mentre il 37,7% teme di stare male e di non essere soccorso per tempo.
La violenza di genere
Anche la violenza di genere, come sostenuto dall’associazione Differenza Donna nel corso della presentazione del rapporto, deve rientrare nel comparto sicurezza. Parliamo di un crimine diffuso all’interno delle abitazioni e ancora oggi per lo più sommerso, che nel 2023 ha fatto registrare un aumento del 2,8% con oltre 25 mila casi segnalati. Ben venga dunque una sinergia fra le associazioni e i centri antiviolenza e chi si occupa di sicurezza.
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