L’ultimo report Eurostat conferma il trend di un’Europa con sempre meno culle e sempre più anziani, sempre più longevi
La fotografia aggiornata della popolazione in Europa, contenuta nella pubblicazione di Eurostat “Demography of Europe 2024”, conferma due dinamiche in atto già da anni: denatalità e invecchiamento. L’aumento contemporaneo (e interdipendente) dei due fenomeni demografici mette a rischio la tenuta del welfare, soprattutto in una visione di lungo respiro e riguarda tutti paesi europei, Italia inclusa. Comprenderne cause ed effetti sulla società dei prossimi decenni è imprescindibile se si vogliono costruire politiche statali su misura, a vantaggio di tutta la comunità.
Uno sguardo d’insieme
Dal report risulta che dal 2003 al 2023, la popolazione totale di tutti gli stati membri Ue è passata da 431,2 milioni a 448,8 milioni. Il paese più popoloso è la Germania (84,4 milioni, 19% del totale Ue), seguito da Francia (68,2 milioni, 15%), Italia (59,0 milioni, 13%), Spagna (48,1 milioni, 11%) e Polonia (36,8 milioni, 8%). La maggior parte della cittadinanza è costituita da donne, in media 104,6 ogni 100 uomini (in Italia il rapporto è di 104,7 a 100), che vivono in media 5,3 anni più della loro controparte.
Europei sempre più silver
La percentuale di anziani in Europa continua a salire. Nell’ultimo ventennio la percentuale degli over 80 è in crescita in tutti i paesi. L’aumento più elevato è in Grecia (+3,3 pp, dal 3,8% al 7,1%) e Lettonia (anche +3,3 pp, dal 2,7% al 6,0%); il più basso in Svezia (+0,2 pp, dal 5,3% al 5,5%). Contestualmente ovunque aumenta anche la quota degli over 65. Dal 2003 al 2023, la percentuale di bambini e adolescenti minori di 15 anni è diminuita di 1,5 punti percentuali, dal 16,4% al 14,9%. Il 1° gennaio 2023 la quota di bambini e giovani adolescenti era più alta in Irlanda (19,3%) e più bassa in Italia (12,4%). Anche l’aspettativa di vita è in crescita, passando da 77,7 anni nel 2003 a 81,5 anni nel 2023, con un incremento rispetto agli 80,6 anni del 2022.
Le madri europee, sempre più anziane
Per la prima volta dal 2013 (anno della prima misurazione) l’età media delle madri nell’Ue è aumentata. Nel 2022, le madri più anziane si sono trovate in Italia (31,7 anni) e Spagna (31,6) e le più giovani in Bulgaria (26,6) e Romania (27,0). La percentuale di nascite da madri di età pari o superiore a 40 anni è più che raddoppiata tra il 2002 e il 2022. Nel 2022, i tassi di natalità più alti si sono registrati a Cipro (11,2), Francia (10,7), Irlanda (10,5) e Svezia (10,0), mentre i tassi più bassi sono stati in Italia (6,7), Spagna (6,9) e Grecia (7,3). Contemporaneamente anche l’età media al primo matrimonio è aumentata, soprattutto in Portogallo e Spagna.
Il futuro è oggi
La bassa natalità e una più alta aspettativa di vita stanno trasformando la piramide dell’età verso una struttura demografica molto più vecchia. Entro il 2050 secondo la Commissione europea la quota di persone di età superiore a 65 anni sarà del 30% circa, rispetto al 20% di oggi. La quota della fascia di età compresa tra i 15 e i 29 anni è scesa dal 18,1% nel 2011 al 16,3% nel 2021. Questa tendenza probabilmente diventerà sempre più pronunciata nelle regioni rurali, con il conseguente spopolamento delle aree interne e dei piccoli comuni. Da tempo l’Europa è impegnata nella ricerca di politiche e strategie per fare dell’invecchiamento una risorsa e non una criticità.
© Riproduzione riservata