Cresce il numero delle persone anziane che si rivolgono alle Caritas diocesane in cerca di un sostegno materiale
Sempre più di frequente volti di anziani poveri e in difficoltà si affacciano agli sportelli Caritas. Lo rivela il Report statistico nazionale 2024 di Caritas Italiana dal titolo “La povertà in Italia” che valorizza i dati di 3.124 Centri di ascolto diocesano sparsi sul territorio. Se la condizione economica delle famiglie e dei singoli continua a peggiorare trainata dall’inflazione, le persone che nel 2023 si sono rivolte ai centri di ascolto e servizi Caritas in Italia sono state 269.689. L’età media sale a 47,2 anni (erano 46 nel 2022), in particolare tra gli italiani (54 anni contro i 53 del 2022), mentre tra gli stranieri l’età media è pari a 42 anni (era 40 nel 2022). Un altro segnale importante proviene dalla classe che registra la frequenza più elevata: se nel 2022 era rappresentata dai giovani adulti (18-34enni), oggi coincide con la classe dei 45-54enni.
Non tutti gli anziani sono meno penalizzati dalla povertà
Non deve ingannare che l’incidenza della povertà assoluta si attesti al 6,2% tra gli over 65, contro una media nazionale del 9,8%. Se, come in molte economie occidentali, la povertà tende a decrescere al salire dell’età, il modello italiano lancia segnali di crisi. Anche se oggi gli over65 vivono una situazione di minor allarme sociale rispetto ai minori, è al contempo sbagliato pensare che la povertà sia un problema risolto. Di fatto anche tra loro negli ultimi anni l’incidenza è cresciuta, passando dal 4,1% del 2015 al 6,2% del 2023. Complessivamente oggi in Italia si contano 890.891 anziani in condizione in povertà assoluta, che vivono cioè con un livello di consumi al di sotto di una soglia minima ritenuta indispensabile per una vita dignitosa. Il trend è aumentato negli ultimi anni, in linea con la crescita della povertà assoluta nella popolazione in generale e riguarda soprattutto gli anziani che vivono nelle regioni del Sud, mentre l’incidenza più contenuta si registra nelle aree di Nord-Ovest.
Il profilo degli over 65 in difficoltà
Gli anziani poveri sono soprattutto donne di nazionalità italiana, cui si aggiungono gli stranieri, per lo più dell’Est Europa e del Marocco. La fascia più numerosa d’età è composta da 65-75enni; una persona su 4 è vedova/o e il 60,2% ha figli, e quasi una su due vive sola. Più del 50% sono pensionati ma un buon 26% è in cerca di lavoro, facendo presagire una grave difficoltà rispetto al proprio futuro pensionistico. La povertà si accompagna ad un basso livello di istruzione ed infatti il 40% degli anziani poveri ha la licenza elementare. La gran parte vive in case in affitto (40,3%) o popolari (26,9%). Solo il 17,1% possiede un’abitazione di proprietà: un valore molto distante dai dati nazionali relativi al titolo di godimento delle abitazioni. Per l’Istat, infatti, in media l’80,4% delle famiglie vive in una casa di proprietà e se all’interno del nucleo è presente un anziano la percentuale sale a 87,6%; arriva al 91,3% se il nucleo è composto da due o più anziani.
“La povertà in Italia”: la richiesta d’aiuto
Le motivazioni che spingono gli anziani a chiedere aiuto sono diverse. In primis ci sono le problematiche economiche legate a redditi insufficienti. Le principali richieste riguardano infatti beni e servizi alimentari e materiali. Seguono poi quelle collegate all’abitazione che, come visto, è prevalentemente in affitto. In tal senso si domandano aiuti per il pagamento di bollette/utenze, ma anche supporti economici per evitare lo sfratto. Un anziano su cinque poi soffre di malattie cardiovascolari, oncologiche, ha forme depressive e perdita di autosufficienza. Ad amplificare lo stato di bisogno degli anziani già poveri c’è poi la solitudine, che rende ancora più complesse le storie di vulnerabilità. La famiglia resta infatti un network che può incidere profondamente sulla qualità della vita, specialmente nella terza età. Per questo gli anziani soli, e al contempo in uno stato di forte deprivazione materiale, sono i più poveri tra i poveri.
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