La presenza dei nipoti e, in generale, dei propri cari nella vita degli anziani fa bene alla salute, riduce la mortalità. I risultati di uno studio lungo tredici anni.
Frequentare i nipoti fa bene. Fa bene a loro, ma anche ai nonni. A confermarlo sono i risultati di uno studio condotto dall’Università di Glasgow che ha esaminato il legame fra il tasso di mortalità precoce e la solitudine, fra la presenza di nipoti e la longevità.
La ricerca
Gli scienziati hanno seguito per tredici anni 458 mila persone di età compresa fra i 50 e i 70 anni, valutandone la vita sociale in relazione alla sopravvivenza. Si è notato che coloro che ricevevano almeno una volta al mese la visita di persone care avevano il 39% in meno di probabilità di morire durante il periodo considerato rispetto a chi non frequentava amici o parenti. I motivi, secondo gli esperti, sono da ricercare nell’invecchiamento attivo che scaturisce dal contatto regolare con gli altri. Ma anche dalla maggiore probabilità di cercare e ricevere assistenza sanitaria grazie all’aiuto e all’attenzione degli altri.
Il primo studio sul tema
La ricerca del Regno Unito non è la prima in questo ambito. Già negli Anni ’90 in Germania ne era stata realizzata un’altra. Aveva coinvolto un campione di 500 senior fra i 70 e i 100 anni, tutti nonni. Nei quasi trent’anni di monitoraggio, è emersa la maggiore longevità (circa dieci anni in più) di coloro che avevano un ruolo attivo nella famiglia, soprattutto nella presa in carico e nella cura dei nipoti.
Fra il 1990 e il 2009, gli studiosi hanno esaminato tutta una serie di attività, fisiche e mentali, che nel periodo considerato avrebbero contribuito a prolungare la vita: sollevare oggetti dentro casa, che si trattasse di giocattoli o mobili, aveva aiutato a mantenere un buon tono muscolare rispetto a quello delle persone più sedentarie. Inoltre il contatto con bambini e ragazzi aveva contrastato il declino cognitivo, migliorato l’umore e di conseguenza anche il riposo notturno.
I dati relativi alle diverse attività sono stati tradotti in punteggi compresi da 1 a 7, per sintetizzare l’impegno familiare di ogni soggetto del campione. Dei cittadini coinvolti, la metà di coloro che non si occupavano di nessuno e conducevano una vita in maggiore solitudine, non ha superato i primi cinque anni del monitoraggio, al contrario dei nonni più dinamici. Una dimostrazione di come trascorrere il tempo in compagnia dei più piccoli, stimoli e alleni la mente e allunghi letteralmente la vita.
© Riproduzione riservata