Non più solo strumento di svago e divertimento: i videogames diventano parte dei percorsi di riabilitazione
Succede alla casa di riposo San Gaetano di Caidate, in provincia di Varese, dove si sta sperimentando “Rehability”, un progetto di tele-riabilitazione basato sui videogiochi che aiuta le persone affette da Parkinson e artrosi.
Come funziona
Attraverso un software collegato a sensori di movimento che consentono di interagire, il paziente affronta una serie di giochi predisposti dal fisioterapista in base al suo piano di cura. Ogni gioco presuppone lo svolgimento di un compito stimolante ma fattibile in base alle condizioni della persona, che viene guidata dalla grafica. Il giocatore si troverà quindi ad alzarsi, sedersi, e a compiere determinati movimenti controllati per far volare una mongolfiera, catturare oggetti, evitare ostacoli.
Lo sviluppo tecnologico per attivare le abilità residue
Lo sviluppo software interessa sempre più spesso la salute e la stimolazione delle attività residue per far fronte ai percorsi riabilitativi di anziani e persone con disabilità di ogni età. Poter compiere esercizi attraverso modalità di gioco più accattivanti permette di interessare e motivare meglio il paziente, anche se affetto da demenza. Per questo sono nati i cosiddetti “serious games”, oggi in crescita.
Rehability nella sclerosi multipla
Rehability è stato testato anche in pazienti affetti da sclerosi multipla. Presso l’Ospedale San Luigi di Orbassano, in provincia di Torino, 8 persone lo hanno utilizzato per tre mesi per compiere esercizi motori di coordinazione, equilibrio, interazione. I risultati sono stati positivi, tanto che il paziente più anziano, di 71 anni, ha riacquistato il movimento autonomo senza l’ausilio di un bastone. La struttura ospedaliera sta ora inserendo nei suoi percorsi abituali anche questo strumento digitale.
La riabilitazione con gli avatar
C’è anche un’altra novità nell’ambito della riabilitazione digitale e riguarda l’uso della realtà virtuale. La cooperativa sociale Coos Marche, nell’ambito del progetto europeo Vr2Care, sta sperimentando un sistema per promuovere la riabilitazione e l’esercizio fisico negli anziani attraverso la rappresentazione tramite avatar.
Avere un alter ego digitale ha portato fra i pazienti un maggiore livello di attenzione, di gradimento della terapia giudicata più divertente e partecipativa e una crescente dimestichezza con la tecnologia.
Di fondamentale importanza resta il ruolo degli operatori e dei caregiver, che possono fare da tramite fra il paziente e la tecnologia, con ottimi risultati non solo sul piano della riabilitazione fisica.
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