A tre anni dall’approvazione della regolarizzazione straordinaria dei cittadini stranieri in Italia, le organizzazioni promotrici della campagna Ero straniero hanno pubblicato un nuovo aggiornamento sullo stato delle pratiche di chi attende i documenti.
Le domande presentate da famiglie e datori di lavoro per la regolarizzazione dei lavoratori domestici sono state oltre 200 mila. Ma la procedura, che interessa i lavoratori impiegati irregolarmente nel settore domestico e in quello agricolo, non è ancora conclusa. Dai dati del report aggiornati al 10 maggio scorso, i permessi di soggiorno rilasciati dalle questure sono stati 65.166 su 207.000 domande, il 31,5% del totale. Le richieste rigettate sono state invece 30.535, il 14,7% del totale. Rispetto alle pratiche ancora in lavorazione ci sono uffici di prefetture come quello di Reggio Calabria che hanno già concluso l’esame delle domande, altri si avviano a conclusione in tempi brevi come Firenze e Caserta.
Milano e Roma in ritardo con le pratiche di regolarizzazione dei lavoratori domestici
I grandi centri come Milano e Roma, interessati dal maggior numero di domande, presentano le principali criticità. Nel capoluogo lombardo, al 19 aprile, delle 26.225 domande presentate ne risultano finalizzate solo 13.146. I permessi di soggiorno finora effettivamente rilasciati dalla Questura sono 6.784, il 25,9% delle richieste totali. A Roma, su 17.371 domande, al 6 aprile risultavano essere finalizzate solo 9.151 pratiche. In tre anni, poco più del 52% delle richieste ricevute sono state processate, con un rilascio effettivo di permessi di soggiorno di 4.534 (il 26,1% del totale).
Le limitazioni per i richiedenti
Tra le limitazioni che la pratica incompiuta di sanatoria per colf, badanti e operai del settore agricolo comporta c’è il divieto di allontanarsi dall’Italia, anche solo temporaneamente, pena la decadenza automatica della domanda. Migliaia di lavoratori e lavoratrici sono dunque rimasti bloccati negli ultimi 36 mesi senza poter rivedere le famiglie nei paesi d’origine.
Penalizzata l’assistenza domestica
Questi ritardi si ripercuotono anche sull’assistenza domestica, in particolare alla persona. Secondo una ricerca commissionata da Assindatcolf, l’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, realizzata dal Centro Studi e ricerche Idos, per coprire il fabbisogno di cura e assistenza in Italia servirebbero fino a 23 mila nuove assunzioni all’anno di lavoratori non comunitari. L’Italia infatti è il paese europeo con il più alto numero di over 80 e il comparto del lavoro domestico dipende in larga parte dall’impiego di manodopera straniera (circa il 70% degli occupati, per il 90% donne).
Nel settore domestico però i flussi regolari sono stati chiusi nel 2011 e, tenendo conto dell’incremento della popolazione anziana, si stima che nel 2025 ci sarà bisogno di assistenti domestici in un milione e 400 mila casi.
“Chiediamo al Governo che questi numeri che ben descrivono il fabbisogno familiare, possano trovare spazio nell’annunciata nuova programmazione triennale dei flussi”, ha dichiarato Andrea Zini, presidente di Assindatcolf. “L’invecchiamento della popolazione dovrebbe essere preso in considerazione nel sistema di programmazione dei flussi migratori in ingresso nel nostro paese, al pari delle dinamiche economiche.”
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