Dal Regno Unito arriva una nuova tendenza di cura che unisce sanità unisce e “prescrizioni sociali”. Lo scopo è quello di indirizzare i pazienti verso attività ludiche, artistiche e sportive.
La salute dipende da un insieme di fattori sociali, economici e ambientali. É questo l’assunto che ha spinto molti medici di base e infermieri inglesi a indirizzare i propri assistiti non solo verso ospedali o centri diagnostici. I nuovi poli di “cura” sono, infatti, anche associazioni ed enti che si occupano di tutt’altre attività. Si parla in particolare di attività musicali che, soprattutto nelle persone affette da demenza, possono innescare ricordi, aiutando le persone a rimettere insieme frammenti della propria identità.
Attività creative contro le demenze: gli studi
A livello clinico, infatti, ci sono studi che hanno dimostrato come la memoria legata alla musica sia risparmiata dalla demenza. E, inoltre, sembra che il processo di composizione musicale abbia un impatto positivo sulla memoria. Negli Stati Uniti un esperimento sul funzionamento cognitivo dei pazienti con demenza ha evidenziato un miglioramento per coloro che partecipavano alla produzione di nuovi brani a partire da melodie conosciute.
Le attività creative contro le demenze in Regno Unito
Le iniziative di prescrizione sociale si stanno sempre più integrando nel tessuto dell’assistenza socio sanitaria del Regno Unito. Da poco è nata, infatti, la NASP (National Academy for social prescribing)- Un’organizzazione indipendente incaricata di sviluppare, promuovere e finanziare programmi legati alla cura attraverso arte, cultura, musica e socialità.
Lo scorso anno circa mezzo milione di cittadini inglesi ha sperimentato questi percorsi e l’obiettivo è quello di raggiungere il milione entro il 2024. Un progetto con un impatto benefico anche sul Sistema sanitario nazionale, secondo i dati raccolti rispetto al primo anno di attività. I numeri, infatti, mostrano come chi ha beneficiato dei servizi di prescrizione sociale ha ridotto del 47% gli appuntamenti ospedalieri e del 38% gli accessi al pronto soccorso.
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