I nostri dati personali, consegnati in modo più o meno volontario, spesso vengono utilizzati per servizi di marketing aggressivo. Per questo, il Ministero dello Sviluppo Economico ci viene in supporto con l’istituzione di un servizio molto utile
Spesso dietro all’insistenza del telemarketing si configura un abuso dei nostri dati personali, e in molti casi la telefonata si conclude con l’attivazione di contratti non desiderati, a volte carpiti con l’inganno, le registrazioni vocali e clausole poco chiare. Oggi, però, esiste uno strumento a disposizione di tutti per revocare il consenso al trattamento dei dati personali, anche in maniera retroattiva, e le chiamate pubblicitarie indesiderate si possono finalmente bloccare sia dai numeri fissi che dai cellulari. Esiste infatti un Registro pubblico delle opposizioni, messo a disposizione gratuitamente dal Ministero dello Sviluppo Economico, tramite il quale è possibile richiedere il blocco delle telefonate da parte degli operatori di telemarketing di qualsiasi categoria, oltre a consentire l’opposizione all’uso degli indirizzi postali.
Dal primo agosto scorso il Registro ha incluso anche i numeri di telefonia mobile. Il nuovo regolamento a riguardo è entrato in vigore lo scorso 13 aprile, e ha esteso la tutela contro il telemarketing automatico; ora comprende tutti i numeri nazionali, anche se non presenti negli elenchi telefonici. Una novità importante rispetto all’elenco precedente, che era stato approvato nel 2011 per salvaguardare dal marketing aggressivo, condotto a mezzo posta o con telefonate, le utenze presenti negli elenchi telefonici.
Oggi, dunque, tutte le aziende che presentano offerte pubblicitarie al telefono sono tenute a verificare che i possibili contatti non siano iscritti al Registro, e devono fornire la lista dei numeri che vogliono utilizzare. Per chi viola queste regole sono previste multe fino a 20 milioni di euro per le società che si occupano del telemarketing e fino al 4% del fatturato annuo per le imprese.
Ma come funziona per gli utenti? Ognuno di noi può richiedere l’aggiornamento dei dati e la revoca al Registro tramite quattro modalità: via web, attraverso il sito www.registrodelleopposizioni.it, con la compilazione di un modulo elettronico; per telefono, chiamando il numero verde 800265265 e seguendo le indicazioni fornite dal risponditore automatico; via mail, tramite l’invio di un apposito modulo scaricabile sempre dal sito del Registro; tramite posta raccomandata, compilando lo stesso modulo e allegando copia di un documento di identità valido (tutte le indicazioni nel dettaglio su www.registrodelleopposizioni.it/it/abbonati/iscrizione/#5).
L’esercizio di questo diritto è stabilito dall’articolo 7 del Decreto che istituisce il Registro, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 29 marzo, che stabilisce come ciascun contraente “possa richiedere al gestore del registro che la numerazione della quale è intestatario, riportata o meno negli elenchi, o il corrispondente indirizzo postale, siano iscritti nel registro per opporsi al trattamento di tali dati, per fini di invio di materiale pubblicitario, o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale”.
Per garantire la trasparenza nella gestione del Registro pubblico delle opposizioni, il Gestore pubblica i dati sull’andamento delle iscrizioni al servizio: gli ultimi disponibili sono aggiornati al 31 gennaio 2022, e attestano un milione 491mila numerazioni e 29mila indirizzi nel Registro postale.
E se le telefonate non cessano?
Nel caso in cui si sia esercitato il diritto di opposizione alla pubblicità tramite il Registro, ma le telefonate non cessino, bisogna innanzitutto assicurarsi che l’iscrizione sia avvenuta con successo chiamando il numero verde 800265265 dall’utenza a cui si riferisce la richiesta, e attendere 15 giorni se si è provveduto all’opposizione telefonica o 30 con l’opposizione a mezzo posta, periodi massimi consentiti dalla legge entro i quali gli operatori devono aggiornare le proprie liste.
È anche importante verificare di non aver dato il consenso al trattamento dei dati per finalità di marketing a soggetti terzi che utilizzano fonti diverse dagli elenchi telefonici pubblici, perché il consenso potrebbe essere stato raccolto durante la stipula di contratti con le aziende dalle quali sono stati acquistati prodotti o servizi, oppure durante la sottoscrizione di tessere di fidelizzazione cliente o raccolte punti. In ogni caso l’operatore ha l’obbligo, su richiesta dell’utente, di comunicare da quale fonte sia stato estratto il numero di telefono e/o l’indirizzo di posta associato.
Dopo tutte le verifiche, se si ritiene di ricevere in modo illegittimo telefonate pubblicitarie o posta cartacea indesiderata, si può segnalare l’inadempienza all’Autorità Garante per la protezione dei dati personali (www.garanteprivacy.it/home/diritti/come-agire-per-tutelare-i-tuoi-dati-personali) e sporgere denuncia all’autorità giudiziaria.
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