Il 20 e il 21 settembre è il primo appuntamento elettorale per gli italiani dallo scoppio della pandemia. Sarà una election day, visto che si vota per il Referendum costituzionale confermativo sul taglio dei parlamentari, per il rinnovo dei consigli regionali e dei governatori in 7 Regioni, per le elezioni suppletive del Senato della Repubblica in Sardegna e Veneto, oltre che per le amministrative in 962 comuni.
Le elezioni al tempo del Covid: le misure per tutelare i senior
L’appuntamento è quindi per domenica 20 settembre e lunedì 21, rispettivamente dalla 7.00 alle 23.00 e dalle 7.00 alle 15.00. Saranno le prime consultazioni in cui gli elettori, ma anche gli scrutatori e i presidenti di seggio, dovranno obbligatoriamente indossare la mascherina e rispettare il distanziamento fisico di almeno un metro.
Oltre alla scheda elettorale e al documento di identità, questa volta saranno necessari anche la mascherina e il rispetto del distanziamento. Per l’occasione debutterà anche il “seggio speciale”: sarà costituito da personale formato alla raccolta del voto domiciliare, nonché nelle strutture residenziali sociosanitarie e assistenziali (Rsa) e negli ospedali.
Insomma, è prevista la massima attenzione sul fronte sanitario. Nelle due giornate dedicate al voto il Dipartimento della Protezione Civile ha dato ai Comuni la sua disponibilità per fornire un servizio di assistenza agli elettori, specie se anziani, al di fuori dei seggi e offrire informazioni sulle norme di sicurezza sanitaria. Inoltre, il Ministero dell’Interno ha inviato una circolare invitando i prefetti a sensibilizzare i sindaci affinché prevedano misure per tutelare gli elettori anziani o più fragili e valutino anche eventuali misure che consentano l’accesso agevolato al seggio elettorale.
Il voto referendario
Il voto riguarda il Referendum costituzionale confermativo sulla riduzione del numero dei parlamentari. Saranno coinvolti 51 milioni di connazionali, dai 18 anni in poi, che dovranno esprimersi sul seguente quesito stampato sulla scheda:
“Approvate il testo della legge costituzionale concernente «Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari», approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019?”
Gli elettori sono quindi chiamati a confermare o bocciare la riforma degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione italiana, approvata dal Parlamento un anno fa che prevede la riduzione dei parlamentari da 945 a 600, per un totale di 400 deputati (ad oggi sono 630) e di 200 senatori (al momento sono 315). Restano i senatori a vita, ma con un massimo di 5 e vengono ridotti anche i parlamentari all’estero: i deputati scendono da 12 a 8 e i senatori da 6 a 4.
Come si vota
Se si traccia una croce sul “Sì” allora si approva la riforma sul taglio dei parlamentari, se invece la croce si traccia sul “No” la riforma viene bocciata.
Come detto, il referendum costituzionale è confermativo e, a differenza di quello abrogativo, non è previsto dalla legge un quorum per la validità. L’esito referendario è valido anche se alla votazione non partecipano la maggioranza degli elettori. Ecco perché, più che mai, è importante andare a votare.
Gli italiani, quindi, sono chiamati ad esprimersi su una riforma costituzionale molto delicata le opinioni sono diverse e trasversali anche in ambito politico. Tuttavia, ecco una sintesi.
Le ragioni del “Sì”
L’obiettivo dei comitati del “Sì” per la riduzione del numero dei parlamentari è quello di rendere il Parlamento e i lavori parlamentari più agili, efficienti e funzionali. Quindi, di creare una macchina legislativa capace di produrre leggi in maniera più veloce rispetto ad oggi e più al passo con i tempi e le esigenze dei cittadini. C’è anche una voce legata al risparmio per le casse dello Stato di circa 100 milioni di euro all’anno che salgono a 500 milioni a legislatura. Risparmio a parte, i comitati del Sì vedono in questo referendum la possibilità di rinvigorire e iniziare a cambiare il Parlamento che con i tempi della politica sarebbe difficile fare.
Le ragioni del “No”
Secondo i comitati del “No” la riforma sul taglio dei parlamentari va respinta perché non inserita all’interno di una riforma costituzionale più ampia. La sola riduzione numerica dei parlamentari, senza essere sostenuta da altri provvedimenti, ha una valenza negativa in termini di rappresentatività. Intervenire solo sulla consistenza numerica dei parlamentari non significa rendere più efficiente la macchina parlamentare. Inoltre, con la riduzione dei parlamentari le minoranze sarebbero meno rappresentate e ogni singolo parlamentare si troverebbe a rappresentare un numero maggiore di persone. Infine, riguardo ai risparmi ottenibili per le casse dello Stato non sarebbero 100 milioni euro all’anno, ma una cifra molto più contenuta.
I senior al voto tra perplessità, timori e certezze
Tutte le informazioni sul prossimo appuntamento elettorale sono contenute nello “Speciale” pubblicato sul sito del Viminale.
Ma cosa pensano i senior, o almeno una parte di loro? Andranno a votare? Quale idea si sono fatti del prossimo quesito referendario? Come voteranno? Le loro impressioni nel sottostante videoreportage di Giada Valdannini per Spazio50.
© Riproduzione riservata