Il Parlamento ha approvato un emendamento alla nuova legge di Bilancio 2023 definito “reddito alimentare”, che permette di ritirare i generi alimentari invenduti presso i centri di distribuzione.
Ogni anno il settore alimentare getta via 230 mila tonnellate di cibo invenduto per scelte di marketing, perché le confezioni sono imperfette o prossime alla scadenza. Si tratta dunque di alimenti che vengono scartati pur essendo perfettamente commestibili.
La distribuzione alimentare fino a oggi
Molte aziende di produzione e ristoranti donano già l’invenduto alle persone e famiglie in difficoltà. Esistono da anni realtà di distribuzione del cibo in eccesso, anche grazie alla legge 155 de 2003 che disciplina la distribuzione dei prodotti alimentari ai fini di solidarietà sociale. Realtà come Caritas, Croce Rossa e Fondazione del banco alimentare ritirano da supermercati, pizzerie, panetterie, cibo e bevande che non sono stati venduti e che verrebbero comunque buttati perché non commerciabili il giorno successivo.
Cosa prevede l’emendamento
Questo provvedimento prevede l’istituzione di un fondo di 1,5 milioni di euro per il 2023 e di due milioni per il 2024. Tre gli obiettivi principali: contrastare lo spreco alimentare, aiutare chi vive in condizioni di difficoltà, proteggere l’ambiente. Le modalità specifiche di attuazione, programmate in via sperimentale per i prossimi due anni, sono ancora da stabilire. Al momento, sono solo state indicate le principali linee guida. In una prima fase di sperimentazione si potranno prenotare tramite app i pacchi alimentari. Si potranno poi ritirare presso un centro di distribuzione o ricevere presso il proprio domicilio nel caso di soggetti appartenenti a categorie fragili.
Chi vuole usufruire dei generi alimentari dovrà quindi scaricare un’applicazione e registrarsi per la prenotazione. Gli enti del terzo settore, invece, si occuperanno della raccolta del cibo, che verrà poi portato presso i centri di distribuzione, dove i pacchi potranno essere ritirati.
Le criticità
Una delle possibili criticità nell’attuazione del reddito alimentare potrebbe riguardare le persone che non hanno dimestichezza con la tecnologia. Questo perché, come accennato, la prenotazione del cibo deve avvenire tramite App. Inoltre l’iniziativa partirà per i prossimi due anni solo nelle città metropolitane, dove c’è la possibilità di organizzare la macchina distributiva.
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