La ricerca dimostra che vivere esperienze nel mondo della realtà virtuale aiuta i pazienti ad attenuare gli stati di sofferenza, anche cronica.
Il dolore ha una componente psichica: a determinarne le sensazioni concorrono infatti diversi fattori, oltre a quelli strettamente fisiologici, come le emozioni, l’ambiente circostante ed eventuali distrazioni. Questo l’assunto dal quale sono partiti due esperti di realtà virtuale dell’Università di Washington a fine anni ’90, Hunter Hoffman e David Petterson che, dopo anni di ricerche, hanno ideato per il trattamento dei grandi ustionati un gioco ambientato in un mondo inventato completamente ghiacciato, chiamato SnowWorld.
Nella realtà virtuale per distrarre il cervello
La scelta dell’ambientazione nel freddo e del ghiaccio (Snow World significa infatti “il Mondo di Neve”) non è naturalmente casuale, ma si pone in contrasto col fuoco, responsabile del dolore sofferto. I pazienti, chiamati a lanciare palle di neve in un canyon gelato, indossano una visiera in grado di proiettare immagini e un paio di cuffie per isolarsi dalla stanza e dalle medicazioni circostanti, che rimandano a sensazioni di ansia. L’illusione di trovarsi altrove, lontano dal letto di un ospedale, normalizza la respirazione alleviando ansia e sofferenza. Inoltre, aggiungono i ricercatori, il cervello è in grado di elaborare una quantità limitata di informazioni per volta, dunque concentrarsi sul gioco sottrae spazio alle informazioni relative al dolore.
Una terapia immersiva contro il mal di schiena
I benefici (reali) di questa terapia virtuale sono stati paragonati a quelli prodotti dagli oppiacei somministrati per via endovenosa. La questione pare assodata al punto che la Food and Drug Administration lo scorso anno ha autorizzato la commercializzazione di RelieVRx, un visore che utilizza la terapia cognitivo-comportamentale per aiutare a ridurre il dolore nei pazienti adulti affetti da lombalgia cronica. Una patologia che colpisce al mondo una persona su cinque. Il dispositivo, inviato a domicilio, è in grado di indurre nel paziente un rilassamento profondo, con effetti testati di una diminuzione del mal di schiena cronico di quasi il 43%. RelieVRx agisce attraverso tecniche come l’interocezione (la percezione della condizione fisiologica del corpo), la distrazione del dolore, il rilassamento. Il programma prevede sessioni di realtà virtuale quotidiane di 7 minuti durante 8 settimane.
La realtà virtuale per i malati oncologici
Un risultato simile nel nostro Paese al momento è impensabile, se non altro per la mancanza dell’impulso derivante dalle assicurazioni private. Tuttavia molti passi in avanti sono già stati fatti. Nel 2019 l’istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma nell’ambito della sopportazione del dolore oncologico, ha sperimentato un progetto chiamato The Patient Dream. Il paziente, durante la durata della chemio, indossando un visore, poteva selezionare un filmato caricato al suo interno, a scelta tra contenuti naturalistici, di viaggi o musica. Lo studio ha dimostrato una diminuzione dello stato di stress e angoscia nel corso della terapia. Una ricerca analoga ha coinvolto 50 donne con una diagnosi di tumore al seno in cura presso il Policlinico Federico II di Napoli.
Il progetto Cave per le riabilitazioni
Con il finanziamento del Ministero della Salute l’Istituto Auxiologico di Milano, specializzato nella ricerca sulla RV applicata alle terapie riabilitative, ha acquistato Cave, una stanza virtuale dove si sperimenta la Telepresenza Immersiva Virtuale. In pratica un luogo dove è possibile simulare gli scenari quotidiani di cura di alcuni disturbi, tra cui quelli cognitivi nelle fasi iniziali e quelli motori conseguenti a ictus e Parkinson. Ma i visori si stanno dimostrando importanti anche in campo odontoiatrico e per i disturbi alimentari. Un mercato in crescita per le aziende di informatica pronte al business miliardario.
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