Nonostante sia riuscita ad evitare la recessione, l’economia mondiale continua ad affrontare nuove crisi che mettono a rischio il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo sostenibile.
Conflitti e cambiamenti climatici stanno compromettendo la crescita economica mondiale nel lungo periodo, soprattutto per l’impatto sui mercati dell’energia e l’aumento della vulnerabilità e in particolare nei Paesi in via di sviluppo. A dirlo è l’ultimo World Economic Situation and Prospects (Wesp), il rapporto annuale dell’Onu sulle prospettive della situazione economica globale. Alcune grandi economie hanno sviluppato un solido mercato del lavoro e sono riuscite a diminuire il tasso d’inflazione, eppure la situazione è a rischio.
Le criticità dei Paesi in via di sviluppo e dei Paesi più ricchi
Nel 2022 oltre 50 economie fragili hanno speso oltre il 10% dei ricavi statali nel pagamento degli interessi sul debito, e di queste la metà ha superato il 20%. Nel frattempo, le economie dei Paesi più ricchi stanno affrontando una stretta sul credito e una crescita dei prezzi. Se è vero che il mercato del lavoro globale ha recuperato la recessione causata dalla pandemia, le disuguaglianze sono ulteriormente aumentate: se in alcuni Paesi europei e Usa il tasso di disoccupazione ha toccato livelli minimi, in molti Stati asiatici e africani è rimasto altissimo.
Le previsioni per il 2024
Nel corso di quest’anno il tasso di inflazione globale dovrebbe scendere al 3,9%, rispetto al 5,7% del 2023 e all’8,1% del 2022; e anche il commercio internazionale di merci e servizi dovrebbe segnare una ripresa del 2,4%, comunque inferiore ai livelli pre-pandemici. Secondo i dati del Rapporto Wesp, dunque, l’insicurezza alimentare resta allarmante per 238 milioni di persone, e solo una finanza più attenta al cambiamento climatico potrebbe invertire la rotta: la stima è che per le nuove tecnologie di transizione energetica debbano essere investiti 150mila miliardi di dollari entro il 2050, oltre a 5mila miliardi di dollari annui per la trasformazione del settore energetico.
In vista del 2030
Da quanto emerge nel Rapporto, il mondo resta vulnerabile ai molteplici shock climatici e legati ai conflitti, che possono essere affrontati solo attraverso una forte cooperazione globale. Le priorità di intervento, sottolinea l’Onu, sono il rilancio del commercio multilaterale, la riforma della finanza globale in un’ottica più sostenibile, soprattutto per i Paesi a basso e medio reddito, e il rispetto di quanto sottoscritto alla Conferenza di Parigi di investire 100 miliardi di dollari a favore del clima.
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