Il 16° Rapporto Osservasalute (Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane) racconta un’Italia longeva in cui però si vive più a lungo con malattie croniche e disabilità.
L’Italia, con 83,4 anni di vita media attesa alla nascita nel 2016 (ultimo dato disponibile per raffronti internazionali), è uno dei Paesi più longevi, secondo dopo la Spagna (83,5 anni) in Europa. Quanto alle differenze di genere, il nostro Paese si colloca al primo posto nel Continente per speranza di vita alla nascita degli uomini (81 anni). Per le donne, invece, occupa il terzo posto (con 85,6 anni) dopo Spagna (86,3 anni) e Francia (85,7 anni). L’Italia, rispetto alla media dei Paesi dell’UE, presenta un vantaggio di circa 3 anni per gli uomini (la media dell’UE è pari a 78,2 anni) e 2 anni per le donne (la media dell’UE è 83,6 anni).
Il Rapporto Osservasalute – frutto del lavoro di 318 ricercatori distribuiti su tutto il territorio italiano – è suddiviso in due parti: la prima dedicata alla salute e ai bisogni della popolazione, la seconda ai sistemi sanitari regionali e alla qualità dei servizi.
Nel 2017, in Italia, il 22,3% della popolazione (13,5 milioni di persone) è over 65 e le malattie croniche pesano per circa l’80% sugli oneri sanitari. Questi ultimi aumentano con l’età in termini di costi medi unitari; nella fascia di età 80-84 anni si spendono 1.129 euro a paziente, a fronte dei 1.115 euro per chi è tra i 75 e i 79 anni.
Un capitolo a parte riguarda i malati cronici presenti nelle classi di età più elevate. La spesa attuale per i malati cronici si attesta intorno ai 67 miliardi ma, in meno di 10 anni (nel 2028), è previsto arrivi a 70,7 miliardi. Per il rapporto Osservasalute, la sfida che il servizio sanitario nazionale dovrà affrontare è legata alle crescenti fragilità degli anziani. La spesa da sostenere per questo gruppo di popolazione non potrà gravare tutta sul settore sanitario, perché si tratta di prestazioni con una forte connotazione socio-assistenziale.
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