Il 2022 è stato caratterizzato da una netta ripresa della mobilità dopo la pandemia. Secondo il rapporto Istat – Aci questo ha portato ad un aumento dell’incidentalità stradale rispetto all’anno precedente.
L’ultimo Rapporto Istat – Aci sugli incidenti stradali riporta che lo scorso anno le vittime della strada sono state 3.159, una media di nove persone al giorno. Si tratta di un dato in aumento del 9,9% se confrontato con quello del 2021, ma stabile e di poco inferiore (-0,4%) con quello del 2019. Anche il numero dei feriti (223.475) è cresciuto del 9,2%. Gli aumenti si rilevano nel periodo da gennaio a giugno, perché negli stessi mesi del 2021 erano ancora in vigore le misure di contenimento degli spostamenti.
Delle oltre 3 mila vittime totali, 1.375 si trovavano all’interno di un’autovettura; 781 erano motociclisti; 70 ciclomotoristi e 485 pedoni. 166 invece gli occupanti di autocarri, 205 i ciclisti, unico dato in diminuzione rispetto ai 220 del 2021. In aumento anche gli infortuni che hanno coinvolto i guidatori di monopattini elettrici: gli incidenti sono passati dai 2.101 del 2021 a 2.929 del 2022, i feriti da 1.980 a 2.787, mentre le vittime da 9 a 16.
Rapporto Istat – Aci: le cause degli incidenti
La distrazione alla guida risulta essere la causa più frequente di incidenti, insieme al mancato rispetto della precedenza, alle manovre irregolari, al mancato rispetto della distanza di sicurezza, al comportamento scorretto del pedone e alla velocità troppo elevata, che rappresenta il comportamento più sanzionato (38,7% del totale). La maggior parte dei sinistri avviene su strade urbane (73,4%), il 21,5% su quelle extra urbane, anche se in questo caso si registrano più decessi (48,5% del totale), il 5% sulle autostrade.
Dai dati raccolti nel Rapporto risulta anche che 5.577 incidenti su un totale di 56.284 con lesioni (il 9,9% dei casi) registrano che almeno uno dei conducenti coinvolti era in stato di ebbrezza, mentre in 1.671 (il 3%) era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Il costo sociale degli incidenti
Ogni giorno si verificano in media 454 incidenti, 18,9 ogni ora, con 8,7 morti e 612 feriti. Il costo sociale degli incidenti nello scorso anno, secondo i dati raccolti da Istat e Aci, è stato di 18 miliardi di euro, pari allo 0,9% del Pil nazionale, con un aumento del 9,8% rispetto ai 16,4 miliardi di euro del 2021.
Le differenze fra Regioni
Il tasso di mortalità legato a incidenti stradali differisce da una Regione all’altra: in Basilicata, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Umbria e Piemonte è più alto della media nazionale (da 8,5 a 5,7). In Liguria, Lombardia, Calabria, Campania, Abruzzo, Sicilia e Molise è invece al di sotto (fra 4,8 e 3,8).
L’età delle persone coinvolte in incidenti stradali
Il maggior numero di vittime si concentra nelle fasce d’età 45-59 anni e 20-29 anni per gli uomini e fra i 75 e gli 84 anni e i 20-24 per le donne. Cresce anche la fascia 60-64 (+35,5%).
Proteggere la sicurezza con le zone 30
Abbassare il limite di velocità, almeno nelle aree urbane, diventa una priorità per ridurre il rischio di incidenti che coinvolgono pedoni, ciclisti, bambini, anziani e persone con disabilità.
La cosiddetta zona 30 è una forma di moderazione del traffico nella viabilità urbana che in Italia esiste dal 1995 nell’ambito dei Piani Urbani del Traffico. Il 20 luglio del 2022, promosso dalla Fondazione Guccione in collaborazione con Legambiente e Vivinstrada, è nato il Manifesto per città 30, con una serie di proposte per aumentare la sicurezza per le strade e ridurre la mortalità legata agli incidenti.
Dal primo luglio scorso, invece, Bologna è diventata la prima Città 30 in Italia e il limite massimo di velocità in tutte le strade urbane – ad eccezione delle principali vie di scorrimento – è passato da 50 km/h a 30.
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