Il 2023 ha segnato il sorpasso delle smart Tv su quelle tradizionali: le tv connesse in rete sono ormai 18 milioni e 700 mila, e il 50,1% degli italiani ne possiede una.
Per il sesto anno consecutivo Auditel e Censis hanno analizzato e interpretato quanto succede nelle case e nelle vite degli italiani, raccontando i cambiamenti negli apparecchi televisivi e supporti digitali, nonché l’evoluzione delle connessioni e delle modalità di fruizione dei contenuti audiovisivi. Il sesto Rapporto Auditel Censis, infatti, oltre a evidenziare un’accelerazione nel processo di digitalizzazione, rileva i divari nelle possibilità di fruizione. Due milioni di famiglie non possiedono una connessione Internet in casa, e 5 milioni e 500 mila si collegano esclusivamente con il cellulare.
Crescono gli schermi
I dispositivi presenti nelle case hanno raggiunto i 122 milioni, con una crescita del 2,2% nell’ultimo anno e del 9,6% dal 2017, per una media di cinque schermi per famiglia e due per individuo, tra smart Tv, smartphone, computer e tablet. Ai device si aggiungono anche lo smart speaker e lo smartwatch: il 9,1% delle famiglie ha in casa un altoparlante “intelligente” in grado di rispondere a una ricerca di informazioni o di azionare elettrodomestici e allarmi, mentre il 5% possiede almeno un orologio connesso.
Chi è il pubblico dello streaming?
Chi guarda contenuti in streaming utilizzando piattaforme online gratuite o a pagamento sono soprattutto gli adolescenti e i giovani (70%). Nella fascia d’età compresa fra i 45 e i 64 anni, il 30,8% predilige questo tipo di fruizione. I numeri si abbassano fra gli over 65, che attualmente rappresentano solo il 7,7% degli spettatori di contenuti in streaming, ma con un notevole potenziale di crescita in un prossimo futuro.
Chi resta escluso
Se il 91,7% delle famiglie possiede oggi un collegamento Internet domestico, il restante 8,3% resta escluso dalla rete, per un totale di 2 milioni e mezzo di persone, che spesso vivono da sole.
Il 30,2% dei nuclei familiari dispone solo di una connessione mobile, non sempre in grado di supportare tutte le attività, e il 22,4% si collega solo tramite smartphone, per usare i social, o guardare contenuti video.
Se si parla di Internet veloce, la percentuale dei connessi alla banda larga scende al 63,1% delle famiglie, pari a 15 milioni e 400 mila. In questo campo è stato possibile rilevare notevoli disparità regionali: se nelle regioni del Centro le famiglie con una connessione a banda larga sono il 70,2%, al sud sono il 53,4%.
Il digital divide e la campagna Uncem
Il problema della connessione riguarda soprattutto le aree interne e montuose, dove la copertura è spesso scarsa se non inesistente. Il problema, rilevato nei dati di ricerche come il Rapporto Auditel Censis, è stato segnalato anche dall’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli enti montani che, prima nel 2019 e poi nuovamente la scorsa estate, ha lanciato una campagna per mappare le aree senza copertura con l’aiuto dei cittadini. Quattro anni fa l’associazione aveva raccolto 1.450 segnalazioni via mail di luoghi non coperti dal segnale di rete mobile, che quindi non solo non avevano la possibilità di collegarsi a internet ma nemmeno di effettuare o ricevere una telefonata. Per chi volesse contribuire, le segnalazioni sono ancora aperte e possono essere fatte compilando il modulo nel link.
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