In piena emergenza Coronavirus le iniziative solidali e le raccolte fondi sono in costante aumento.
Tra i primi atti di solidarietà c’è stato quello di Giorgio Armani che, dopo aver sfilato a porte chiuse durante la Milano Fashion Week, ha donato 1 milione e 250mila euro a favore degli ospedali San Raffaele, Luigi Sacco di Milano, Spallanzani di Roma e Protezione Civile.
Le raccolte fondi
Poi è toccato a Chiara Ferragni e Fedez. La coppia, tra le più seguite del web, ha sfruttato la forza dei social per lanciare una raccolta fondi per costruire un’ala speciale di terapia intensiva. Ad oggi hanno raccolto più di 4 milioni di euro. Le donazioni sono arrivate da 100 Paesi del mondo, ed è stata una delle raccolte più riuscite degli ultimi anni. Soprattutto, ha dato risultati tangibili: in tempi record sono stati ultimati i lavori e sono stati ricavati 60 nuovi posti di terapia intensiva all’interno del San Raffaele di Milano.
Dall’esempio di quella campagna crowdfunding, cioè di finanziamento dal bassi, sono nate migliaia e migliaia di raccolte fondi per aiutare a combattere il Covid-19. Tra le piattaforme più usate ci sono GoFundMe e Dona.perildono.it. Alcune campagne sono gestite direttamente dagli ospedali, altre da associazioni, altre ancora da privati cittadini.
Come fare per essere sicuri di donare in trasparenza?
Per evitare di imbattersi in campagne non accreditate disperdendo così il proprio contributo, il donatore, prima di autorizzare la transazione con la propria carta di credito, deve informarsi. Bisogna verificare se l’ente al quale si vuole donare ha effettivamente bisogno di fondi. È opportuno, quindi, controllare che sia l’ospedale stesso a promuovere la raccolta fondi, attraverso i propri canali di comunicazione (social e sito web). Il beneficiario, infatti, deve sempre formalizzare l’adesione alla campagna.
Il team Trust&Safety di GoFundMe, ad esempio, fa un preciso lavoro di controllo e certificazione. Alla struttura ospedaliera viene chiesto di firmare una lettera di intenti impegnandosi al corretto utilizzo delle somme raccolte.
Occhio alle commissioni “nascoste”
Alcune piattaforme potrebbero chiedere un contributo ulteriore per finanziarsi. Si tratta di una cifra che va, in genere, dal 5 al 10% della somma donata. Sul sito GoFundMe questa opzione è facoltativa: è il donatore, infatti, al momento del pagamento, a scegliere se destinare questa percentuale alla piattaforma oppure no.
Ultima accortezza: bisogna verificare se la donazione è detraibile, perché alcune piattaforme non consentono il beneficio fiscale. È sempre importante, inoltre, conservare la ricevuta della donazione.
Insieme contro il Coronavirus, una lista di raccolte fondi
La pagina Insieme contro il Coronavirus offre una lista di raccolte fondi, verificate e garantite, attivate dai cittadini per supportare gli ospedali in tutta Italia e i loro reparti di terapia intensiva. L’elenco è in costante aggiornamento.
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