La raccolta differenziata in Italia ha raggiunto il 65%, ma la percentuale di riciclaggio resta al 49%
Il Green Book 2024, promosso da Utilitalia e curato dalla Fondazione Utilitatis, in collaborazione con Ispra, Enea e il Centro di Coordinamento Rae, Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, fotografa il settore dei rifiuti urbani nel nostro paese e mette in evidenza come la produzione nazionale di spazzatura sia calato dell’1,8% con 29,1 milioni di tonnellate nel 2022.
Il fatturato del settore
Il fatturato del settore ha raggiunto i 13 miliardi di euro, con un impiego di 86 mila addetti per 439 aziende, ed equivale allo 0,7% del Pil. Le imprese che gestiscono gli impianti sono quelle che hanno raggiunto i livelli economici migliori, mentre quelle che si occupano della raccolta registrano una produttività più bassa.
Differenze regionali
Il Mezzogiorno continua a presentare un deficit di impianti che non consente la corretta chiusura del ciclo dei rifiuti. Per questo motivo le Regioni del Sud trasportano i rifiuti altrove e dunque registrano la Tari più alta del paese con una media di 378 euro per abitante nel 2023, contro i 347 del Centro e i 284 del Nord. Il Rapporto suggerisce che oltre a lavorare sulla riciclabilità di materiali e imballaggi bisogna dunque aumentare gli impianti.
Gli obiettivi europei
Per raggiungere gli obiettivi europei, almeno il 55% dei rifiuti urbani deve essere avviato al riciclo entro il 2025, il 60% entro il 2030 e il 65% entro il 2035, con lo smaltimento in discarica fino a un massimo del 10% entro lo stesso anno. Tuttavia, in Italia i livelli di raccolta raggiungono solo la metà dei target europei e quindi è fondamentale un rafforzamento dei finanziamenti in questo campo.
Il re-impiego di Materie Prime Secondarie
Il Green Book 2024 si chiude con una nota sul re-impiego di Materie Prime Secondarie (MPS) per far fronte alla crescente domanda di beni di consumo e alla necessità di efficientare l’impiego delle risorse nella produzione.
Il concetto di MPS ha acquistato importanza soprattutto con il cambiamento climatico e gli eventi internazionali come guerre e pandemia, che hanno imposto un ripensamento ai modelli tradizionali: la sfida del presente e del futuro è quella di puntare sempre più sul riciclo e il riutilizzo, per limitare l’estrazione e il consumo di Materie prime critiche, ossia quelle non alimentari e non energetiche i cui problemi di approvvigionamento rendono necessario un cambio di strategia.
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