L’attualità sembra spingerci verso un diffuso pessimismo nei confronti del futuro. E allora usiamo “l’energia” per invertire questo circolo vizioso. Perché proprio l’energia – e le sue molteplici sfaccettature – sarà il filo conduttore del prossimo Concorso.
È in cantiere la quinta edizione dei Corti di Lunga Vita, il concorso internazionale di cortometraggi – firmato 50&Più – che ha l’obiettivo di promuovere la realizzazione di lavori audiovisivi incentrati su argomenti legati all’anzianità. Il tema scelto per il 2023 è “energia”. La parola, che in greco significa “forza in azione”, contiene sfaccettature e possibili interpretazioni che solo la fantasia di singoli e gruppi potrà rappresentare in ogni aspetto. Aperto a soci e addetti ai lavori, il Concorso rientra nell’ambito dei grandi eventi che 50&Più organizza da anni per valorizzare l’impegno, la condivisione e la partecipazione tra gli iscritti. È Gabriele Sampaolo, il Segretario Generale 50&Più, ad anticipare dettagli e riflessioni sulla quinta edizione del Concorso internazionale.
Come mai la scelta della tematica, quest’anno, è ricaduta su “energia”?
È un tema di fortissima attualità. Solo pronunciare questa parola significa richiamare ognuno di noi a un mondo di preoccupazioni e di notizie che ci raggiungono di continuo. Già, perché c’è un tema “energia” che richiama una situazione attuale legata alle angosce. Non possiamo non pensare alla guerra, all’impoverimento dopo la pandemia. Ma c’è anche un tema che richiama molto altro e mi riferisco all’aspetto più propriamente umano del termine. L’energia, per esempio, è ciò che ci consente di vivere e, a ben guardare, anche il rapporto tra persone ha bisogno di energia. Senza fatica, quindi, possiamo dire che l’energia è la stessa fonte che consumiamo per accendere una luce ma anche quella forza che ci spinge ad affrontare le situazioni, uscendo da noi stessi e incontrando gli altri. Tutto questo è una fatica, non è una cosa scontata. Non solo. L’energia è anche un momento creativo che si compie quando ciascuno utilizza la propria creatività: anche questo ha bisogno di una spinta. E inevitabili diventano degli interrogativi. Cos’è che produce energie e cosa, invece, le toglie? La fiducia, ad esempio, e le ultime elezioni ne sono prova con la registrazione di un massiccio assenteismo, chiaro segno di una mancanza di fiducia in un metodo democratico. Se poi affrontiamo il tema dell’energia da un punto di vista della psicologia sociale, ci rendiamo conto che sono tanti i fattori che fanno vacillare o diminuire l’energia.
Come si collega il tema dell’energia a quelli delle edizioni precedenti?
Il tema dell’incontro tra persone è il fil rouge che unisce le varie edizioni dei Corti di Lunga Vita. L’energia dell’abbraccio, quella dell’incontro. La vita associativa è per definizione “incontro”. Ce ne siamo resi conto in maniera particolare durante la pandemia quando l’incontro è mancato. E il titolo della scorsa edizione – Abbracciami – è stato un modo per richiamare la volontà di tornare ad abbracciarsi perché anche la disponibilità all’abbraccio, insieme allo slancio, richiede energia. Oggi è come se entrassimo dentro questo abbraccio chiedendoci cosa c’è. E c’è l’energia di venirsi incontro. Allo stesso tempo c’è altresì l’energia che si sprigiona dall’abbraccio.
Anche l’energia della condivisione?
Le società che condividono i valori comuni sono società che hanno più energia perché producono quello sforzo di insieme che trova e individua le soluzioni. Come associazione ci sembra fondamentale riprendere tutto questo e incentrarlo sul tema dell’energia. Chi vorrà cimentarsi in questo darà un contributo fondamentale alla riflessione sull’argomento.
Cosa si aspetta di vedere dai corti del prossimo anno?
Ho imparato che le visioni soggettive sono sempre belle ma restano soggettive e quando queste aprono un sipario dove tante opinioni soggettive si esprimono, c’è sempre da imparare. Non so cosa uscirà fuori. I risultati, nelle edizioni precedenti, sono stati eccezionali superando le aspettative. Nelle opere in concorso abbiamo colto il significato individuale ma anche collettivo. In realtà, non lo so cosa mi aspetto e mi piace non saperlo. Mi entusiasma aspettare e vedere cosa viene prodotto. Il tema è certamente molto intrigante.
Rispetto ai tanti sinonimi della parola “energia”, secondo lei qual è quello più adatto?
La vitalità. È la rappresentazione esteriore di un’energia interiore. La nostra è un’associazione che non si rivolge solo alle persone vitali in senso più apparente, quindi fisico, ma è un’associazione di anziani vitali che mostra vitalità già dall’aspetto interiore.
Come uno stato d’animo?
Certo. Tutti possiamo ottenere vantaggi uscendo dalla nostra zona di comfort.
Questo ci consente anche di avviare un discorso di condivisione e di comunità a beneficio di tutti?
Assolutamente sì. La matematica non conta molto, in questo ambito uno più uno fa molto più di due. Un’associazione che vive al proprio interno questi temi è un’associazione che dà molto all’esterno: è un riscontro che otteniamo. I soci sono contenti. E la contentezza cos’è se non provare dentro di sé una energia nuova?
Le iniziative di 50&Più testimoniano da decenni la vitalità dei soci. Rispetto a tutto questo, cosa c’è nel futuro dell’Associazione dal punto di vista dello sviluppo dell’energia?
Abbiamo davanti una stagione difficile. Lo sappiamo. Per questo, di fronte a noi, c’è lo sviluppo di una maggiore attività di tutela e di rappresentanza. Si tratta di un progetto strategico che dobbiamo portare avanti a livello locale e nazionale, che si traduce in una assistenza delle reali problematiche. Faccio un esempio. Da pochi giorni è stato approvato un disegno di legge che riguarda gli anziani. E il nostro impegno non si traduce solo nel seguire l’iter ma anche nel verificare che della legge fatta ci sia un’applicazione reale.
Poi c’è un altro aspetto che riguarda il futuro: l’innovazione che abbiamo deciso di imprimere sui nostri grandi eventi, perché il tempo del lockdown non finisce in automatico ma ha bisogno di un processo che lo accompagni e noi vogliamo farci interpreti di questo. Avvertiamo una diminuzione di energia, che certo è un fatto economico ma anche un fatto psicologico. Non possiamo accettarlo. È nostro dovere riaccendere l’entusiasmo.
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